CROSS EUR-USD  IN RIALZO SU POSSIBILE MARCIA INDIETRO FED SU RITMO AUMENTO TASSI

Continua la fase di recupero della coppia Euro-Dollaro, che nel corso dell’ ottava appena mandata in archivio si è riportata sui top a quasi 3 mesi, spingendosi fino ad un massimo intraday a quota 1,1572, per poi chiudere la seduta di Venerdì 11 Gennaio a quota 1,1469.

LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO

Euro giù dai picchi della settimana indebolito da quanto emerso dalla lettura dei verbali del meeting della BCE dello scorso 13 Dicembre, da cui si è appreso che il consiglio direttivo valuta la situazione attuale come “ fragile e fluida”. Pertanto i rischi sull’attività economica nell’ Eurozona potrebbero essere rivisti al rialzo nel corso dei prossimi incontri. Si è inoltre ritornato a parlare della possibilità di nuovi manovre LTRO, ovvero prestiti a lungo termine ed a tassi agevolati alle banche, che a loro volta dovrebbero proporli ad imprese e famiglie per sostenere gli investimenti ed i consumi.

Dai verbali delle cosiddette Minute della Federal Reserve, invece, è emerso che nel corso dell’ ultima riunione dell’ istituto centrale statunitense, in data 19 Dicembre, i membri del FOMC hanno discusso su una possibile revisione della strategia di rialzo dei tassi per il 2019. Nel contenuto delle Minute è stato verbalizzato che la FED “ può permettersi di essere paziente ” e che la strategia sulle prossime decisioni in ambito di politica monetaria, per il 2019, potrebbe essere “ meno chiara “ rispetto al recente passato, si legge infatti di “ alcuni aumenti ulteriori graduali “.

Biglietto verde giù verde dopo che due membri del board operativo della FED, James Bullard, presidente della Fed di Saint Louis, e Charles Evans, a capo della Fed di Chicago, hanno affermato che in futuro la banca centrale americana prima si decidere un eventuale aumento dei tassi dovrà tener conto dell’andamento dell’ economia interna.

Sulla stessa lunghezza d’ onda le affermazioni del governatore della FED, Jerome Powell, con cui ha fatto capire che strategia sui tassi d’ interesse nel corso del 2019, potrebbe essere rallentata, passando da due ad un solo aumento. Si iniziano anche ad insinuare le probabilità di zero rialzi per l’anno in corso ed addirittura di un taglio per il 2020.

Inizio di ottava positivo per la coppia EUR-USD nonostante l ‘indicatore che misura la fiducia degli investitori nell’ Eurozona, a Gennaio, abbia fatto registrare una contrazione a -1,5 punti, in deciso calo rispetto ai -0,3 punti della precedente stima mensile. Il cosiddetto Indice Sentix, che per il mese in corso ha raccolto le opinioni di 998 grandi investitori si è pertanto assestato sui minimi degli ultimi 4 anni, ossia dalla rilevazione di Dicembre 2014. Gli analisti, tuttavia, avevano pronosticato una dato peggiore a -2,8 punti. Andamento negativo anche per il sotto-indice sulle aspettative per il futuro, diminuito a -19,3 punti dai -18,8 punti di Dicembre. Giù anche la voce relativa alle condizioni attuali, in calo a 18 punti dai 20 punti della precedente lettura. Investitori intimoriti principalmente dai timori di una possibile recessione a livello mondiale, dalle proteste del movimento dei “ gilet gialli “ in Francia e da una possibile Hard Brexit, in caso di mancato accordo tra GB e UE.

Indicazioni positive per l’ economia dell’ Eurozona sono arrivate con la stima delle vendite al dettaglio del mese di Novembre, che ha evidenziato un incremento dello 0,6% rispetto alla lettura di Ottobre, a sua volta rivista al rialzo a +0,6% da +0,2% della prima comunicazione. Il dato diffuso da Eurostat ha inoltre battuto le aspettative degli analisti, ferme a +0,2%. In rallentamento, invece, le vendite al dettaglio calcolate su base annua, in aumento dell’1,1%, ovvero rispetto a Novembre 2017, ma in frenata rispetto al +2,3% di Ottobre ( rivisto da +1,7% flash ). La suddetta lettura ha nonostante tutto superato le attese del mercato, che non andavano oltre il +0,4%.

Cross EUR-USD che ha invece risentito negativamente del forte calo fatto registrare dalla produzione industriale in Germania, scesa dell’1,9% su base mensile ( peggior risultato dall’ estate 2015 ), mentre gli analisti si aspettavano un progresso dello 0,3%. Una lettura che ha ulteriormente evidenziato la debolezza della prima economia dell’ Eurozona, emersa nei giorni scorsi con la battuta d’ arresto evidenziata anche dagli indici PMI tedeschi. Gli analisti fanno inoltre notare che nel caso in cui il PIL tedesco nel quarto trimestre 2018 dovesse registrare un ulteriore calo, dopo il -0,3% del terzo trimestre, la Germania entrerebbe tecnicamente in recessione.

Euro giù sul dollaro dopo che dal report diffuso dalla Commissione Europea si è appreso che la lettura finale dell’ indice che misura la fiducia dei consumatori nell’ Eurozona si è assestato a -6,2 punti, confermando sia la stima flash che i pronostici degli analisti. Scende oltre le attese, invece, l’ indicatore sulla Fiducia dell’ Economia per l’ area Euro, in calo a 107,3 punti dai 109,5 punti della precedente stima. Deluse le aspettative del mercato, pari a 108,2 punti. Da ulteriori dettagli è inoltre emerso anche il calo della fiducia industriale e nei servizi, rispettivamente in calo a 1,1 punti ( da 3,4 punti ) ed a 12 punti ( da 13,4 punti ). Le indicazioni degli analisti, invece, erano per una minor contrazione, a 3 punti per la fiducia industriale ed a 12,3 punti per la fiducia sui servizi.

Continua a migliorare il tasso di disoccupazione nell’ Eurozona, che a Novembre è sceso sul livello più basso dal 2008, assestandosi al 7,9% dall’ 8% della rivelazione del mese di Ottobre, corretta al ribasso dall’8,1% della stima flash. Battute anche le aspettative degli analisti, che avevano pronosticato una lettura all’ 8,1%. Dai dettagli rilasciati da Eurostat è emerso che la discesa della disoccupazione nell’ area Euro è stata principalmente legata alla contrazione del numero dei disoccupati in Italia e Spagna, scesi rispettivamente al 10,5% ed al 14,7% dal 10,6% e dal 14,8% dalla stima mensile precedente.

Sul fronte macro statunitense si è invece registrata la battuta d’ arresto dell’ indice ISM non manifatturiero, che a Dicembre si è portato a 57,6 punti, in calo dai 60,7 punti di Novembre. Il consensus degli analisti, invece, era per un calo più contenuto, a 58,5 punti.

Un forte segnale di ripresa nel settore immobiliare a stelle e strisce è invece arrivato con forte aumento delle richieste di mutui ipotecari, che secondo il report diffuso dalla Mortgage Bankers Associations ( MBA ), nell’ ottava terminata 4 Gennaio sono balzate del 23,5%, dal -8,5% del precedente saldo settimanale. In crescita anche l’ indicatore delle richieste di rifinanziamento, cresciuto del 35,49%,; mentre la rilevazione sulle nuove domande ha evidenziato +16,5%. Il tasso sui mutui trentennali è invece sceso al 4,74% dal 4,84% della precedente rivelazione settimanale.

Lettura in calo per le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, che al 5 Gennaio, secondo le stime diffuse dal Dipartimento per il Lavoro, sono diminuite a +216 mila unità dalle +233 mila unità della precedente rivelazione ( rivista da +231 mila unità ). Il dato è stato migliore delle attese degli analisti, che invece avevano pronosticato un valore pari a +226 mila unità. La media mensile, meno volatile rispetto alle singole letture settimanali, si è invece portata a 221.750 unità, in crescita di 2.500 unità rispetto alla precedente stima. Le richieste continuative di indennizzo di disoccupazione si sono invece assestate a 1,722 milioni di unità, flettendo rispetto a 1,750 milioni di unità della precedente rivelazione ( corretta da 1,740 milioni di unità ), mentre gli analisti davano un saldo pari a 1,740 milioni di unità.

Il cosiddetto indice JOLTS ( Job Openings and Labor Turnover Survey ), che monitora le posizioni lavorative ricercate dai datori di lavoro, nel mese di Novembre, ha riportato un valore pari a 6,888 milioni di unità, mentre gli analisti avevano prospettato una lettura pari a 7,050 milioni di unità.

Dollaro in recupero sull’ Euro, a fine ottava, nonostante la frenata fatta registrare dall’ indice dei prezzi al consumo del mese di Dicembre, che ha evidenziato un aumento dell’ 1,9% su base annua, contro il +2,2% di Novembre. Il rallentamento dell’inflazione, tuttavia, era stato ampiamente scontato dagli analisti. Si è inoltre trattata di una lettura al di sotto della soglia del 2% auspicata dalla Federal Reserve. Su base mensile, l’indice CPI ( Consumer Price Index ) ha invece rivelato un calo dello 0,1%. La cosiddetta “ inflazione Core “ al netto dei prezzi di beni alimentari e beni legati all’energia, come da attese, ha invece rivelato una crescita dello 0,2% su base mensile; mentre su base si è verificato una aumento del 2,2%. Sul rallentamento dell’ inflazione statunitense ha principalmente influito il calo del prezzo della benzina mentre sono cresciuti i costi la sanità e gli affitti.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che ha archiviato il 2018 al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo,dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.

La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25.

Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, soltanto il recupero di area 1,14, in chiusura weekly, potrebbe scongiurare il ritorno in area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Discreta la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto sui due obiettivi indicati dalla strategia Long Intraday.

Lo scenario Long consiglia di attivare posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1477 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1504 e 1,1548; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1433. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1548, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1575 e successivamente a 1,1619; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1477 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1619, per tentare di prendere profitto in area 1,1647 e 1,1674, estesa ad 1,1718; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1548 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,118, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1222 e 1,1265, estesi ad 1,1335; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,11 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lo scenario Short, invece, suggerisce di attivare posizioni al ribasso, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1433; Target Price attesi in prima battuta a 1,1406 e successivamente a 1,1362; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1477 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1362 per sfruttare possibili cali in area 1,1335 e 1,1292; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1433 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1292 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1265 e 1,1222, estesi a 1,118; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1362 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1657 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1613 e 1,1568, estesi a 1,1541; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,171 in chiusura di candela oraria o daily.

 

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