CAMBIO EURO-DOLLARO VOLATILE ALL’ INDOMANI DEI MEETING FED E BCE

Cross EUR-USD ancora estremamente volatile, ingabbiato tra un minimo a 5 sedute a quota 1,1718 ed un massimo che nello stesso periodo si è spinto fino a quota 1,1863. La variazione settimanale, rispetto alla chiusura dello scorso Venerdì 8 Dicembre, invece, è stata piuttosto contenuta, facendo registrare una lieve contrazione, pari a -0,13%, a fronte di una chiusura daily della sessione 15 Dicembre a quota 1,1749.

LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO

Gran parte del movimento settimanale della coppia EUR-USD è ruotato attorno agli ultimi meeting dell’ anno delle maggiori banche centrali, FED e BCE. La Federal Reserve, come da attese ha rialzato i tassi FED FUNDS dello 0,25%, portandoli all’ 1,25%-1,50%.

Una decisione neutrale sul breve per il Dollaro, che invece, è stato ampiamente penalizzato dal rallentamento atteso per i ritocchi previsti per i prossimi anni. Nel corso della rituale conferenza stampa post riunione, la numero 1 della FED, ha infatti confermato i tre rialzi precedentemente indicati per il 2018, ma ha allo stesso tempo informato il mondo finanziario, che ulteriori tre rialzi saranno previsti per il 2020 e non per il 2019, come indicato dalla precedente tabella di marcia sui tassi.

Tra due anni, quindi, il board operativo, al momento, ha deciso per due manovre al rialzo e non più tre. L’ istituto centrale americano, quindi, a colpi di singoli aumenti di 25 punti base, entro la fine del prossimo triennio prevede di portare i tassi verso la soglia del 2,75%. In un contesto di crescita sia in termini di PIL che di occupazione, le preoccupazioni espresse dal FOMC continuano ad essere rivolte verso l’ inflazione, che stenta ancora ad arrivare ai livelli auspicati dalla banca federale statunitense.

A tal proposito, i dati rilasciati dal Bureau of Labour Statistics ( BLS ) hanno visto l’inflazione del mese di Novembre aumentare dello 0,4% su base mensile, ed attestarsi al 2,2% su base annua, in crescita dal 2% della precedente lettura di Ottobre. A deludere le attese degli analisti e sicuramente anche quelle della FED è stato il dato relativo alla versione CORE ( al netto di alimentari ed energia ), quella più tenuta in considerazione nell’ ambito delle scelte di politica monetaria, che ha mostrato un rallentamento all’ 1,7%, rispetto al +1,8% atteso da più parti.

Nulla di nuovo, invece, è emerso dalla riunione della Bce. L’istituto centrale europeo ha infatti lasciato invariati i tassi di interesse a quota zero, mentre il tasso sui depositi è stato confermato a -0,40%.

Il Presidente Draghi, parlando a nome del consiglio direttivo dell’ istituto centrale europeo ha ribadito che i tassi continueranno a mantenersi sui livelli attuali, ancora per un lungo periodo di tempo, anche oltre la fine del QE, se sarà necessario farlo per sostenere la crescita. Crescita che, considerati i robusti dati sulla produzione evidenziati nel terzo trimestre, è stata rivista al rialzo. Anche per la BCE, il nodo più difficile da sciogliere rimane ancora quello legato all’ inflazione, che ancora arranca a stabilirsi sui livelli ottimali auspicati, sopra il 2%.

Nuove pressioni sul dollaro sono state causate dalle tensioni che gravitano sulla definitiva stesura delle riforma fiscale statunitense, dopo le critiche ricevute dai senatori repubblicani Marco Rubio e Mike Lee che, insieme a quelle arrivate da parte di altri parlamentari, potrebbero posticipare l’entrata in vigore del piano di incentivi e taglio delle tesse targato Trump.

La settimana macro statunitense ha visto il Dipartimento il commercio USA rendere noto che i prezzi alla produzione negli Stati Uniti, nel mese di Novembre, hanno evidenziato una crescita dello 0,4% su base mensile, mentre su base annua, si sono attestati al 3,1% ( migliore lettura da Gennaio 2012 ). Il dato CORE del PPI,( al netto di alimentari ed energia ) invece ha mostrato una crescita mensile dello 0,3% ( consensus +0,2% ) e del 2,4% su base annua, confermando sia la precedente rilevazione che i pronostici degli analisti.

Andamento altalenante del fronte immobiliare USA, con il saldo settimanale delle richieste di mutui ipotecari, che dopo l’ aumento del 4,7% dell’ultima rilevazione, la scorsa ottava ha messo in luce un calo del 2,3%, secondo quanto rilevato dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ).

Cambio Euro-Dollaro giù dopo che il Dipartimento per il Commercio statunitense ha reso pubblico che le vendite al dettaglio nel mese di Novembre, hanno messo in evidenza un aumento dello 0,8% su base mensile, battendo le attese degli analisti, che non si spingevano oltre il +0,3%. La crescita rispetto al mese di Ottobre è stata dello 0,5% ed al netto della voce riguardante il comparto auto, è aumenta dell’ 1%, contro il + 0,4% della rilevazione mensile precedente ( attese +0,6% ).

Lettura neutrale per il cross EUR-USD dal Purchasing Manager’s Index composito USA, che in via preliminare a Dicembre ha fatto registrare un calo a 53 punti dai 54,5 punti della rilevazione mensile precedente. La lettura dettagliata ha evidenziato l’ aumento del PMI Manifatturiero, salito a 55 punti dai 53,9 punti della lettura di Novembre e dei pronostici degli analisti; contro il calo del PMI Servizi, sceso a 52,4 punti dai 54,5 punti della precedente lettura mensile.

Sul fronte occupazione, il saldo settimanale delle richieste di sussidio di disoccupazione USA, nell’ ottava che si è conclusa il 9 Dicembre, ha evidenziato un calo a 225 mila unità, in discesa di 11 mila unità, dalle 236 mila unità della precedente stima. Le attese degli analisti invece, erano per un dato invariato. Il Dipartimento per il Lavoro statunitense ha inoltre reso noto che le richieste di sussidio continue, nella settimana che si è conclusa il 2 Dicembre, si sono attestate a 1,886 milioni di unità, in discesa da 1,900 milioni di unità stimati dagli analisti e da 1,913 milioni di unità dell’ottava precedente.

Dollaro in ripresa nonostante un finale di ottava caratterizzato da dati macro sottotono, tra cui la discesa dell’ indice che misura il sentiment sul comparto manifatturiero di New York, noto come Empire State Index, che a Dicembre ha evidenziato un calo a 18 punti, dai 19,4 punti della precedente rilevazione. Deluse le attese degli analisti, che invece avevano pronosticato un valore pari a 18,7 punti. Debole anche la produzione industriale USA di Novembre, scesa a +0,2% dall’ 1,2% della precedente rilevazione mensile. Una lettura che comunque ha penalizzato la moneta unica europea che ha chiuso la seduta in perdita sul biglietto verde ( -0,25% ). Gli analisti, invece, avevano pronosticato un aumento dello 0,3% su base mensile. In moderato aumento il livello di utilizzo della capacità degli impianti, salito dello 0,1% al 77,1%, ma al di sotto del 77,2% indicato dagli analisti, ma tuttavia ancora sotto il livello dell’ 80% del periodo pre-crisi.

I più importanti dati macro arrivati dal Vecchio Continente hanno visto in primis, l’ indice Zew della Germania scendere a 17,4 punti dai 18,7 punti dell’ ultima rilevazione. Le attese degli analisti per l’ indice che misura la fiducia degli investitori tedeschi, invece, erano per una dato pari a 18 punti.

Cross EUR-USD sostenuto dalla corsa della produzione industriale dell’ Eurozona, che secondo quanto reso noto da EUROSTAT, nel mese di Ottobre, è balzata dello 0,2% su base mensile, mentre su base annua il progresso evidenziato è stato pari a +3,7%, contro il +3,4% della precedente lettura ( attese +3,5% ).

Continua ancora ad impressionare la crescita degli indici PMI dell’ area euro. La stima preliminare del PMI Manifatturiero del mese di Dicembre, si è infatti attestata sul valore record di 60,6 punti, dai 60,1 punti del dato finale di Novembre. Più contenuto, invece, il miglioramento del PMI Servizi, cresciuto dai 56,2 punti di Novembre ai 56,5 punti della lettura flash del mese in corso, nonché valore massimo ad 80 mesi.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Abbastanza contenuti i profitti raccolti dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha centrato il primo target price della strategia Long Intraday ed il primo obiettivo della strategia Short giornaliera.

Lo scenario Long prevede l’ apertura posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1776; Target Price individuati in area 1,1803 ed 1,1848; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1703. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1848, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,1876 ed 1,1922; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1749 in chiusura di candela oraria.

Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1922, per tentare di prendere profitto in area 1,195 ed 1,1996, estesa ad 1,2041; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1848 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1444, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1488 ed 1,1532, estesa ad 1,156; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,1374 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lo scenario Short, invece, consiglia di aprire posizioni ribassiste, nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria minore di 1,1703; Target Price attesi in prima battuta a 1,1675 e successivamente a 1,1631; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1776 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1631 per sfruttare possibili cali in area 1,1603 ed 1,156; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1703 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,156 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1532 ed 1,1488, estesi a 1,1444; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1631 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2041 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1996 ed 1,195, estesa a 1,1876; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,212 in chiusura di candela oraria o daily.

Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,14 – 1,145, fissando il Target Price in area 1,16 -1,165. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,125 in chiusura di candela giornaliera.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

Il quadro grafico di breve periodo sulla coppia EUR-USD continua ancora a zoppicare, essendosi il cross riportato nuovamente sotto quota 1,18 in chiusura settimanale, facendo diminuire, per adesso, le probabilità di una veloce risalita in area 1,20.

La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo, in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,08 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,12 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sui massimi ad oltre 30 mesi, abbondantemente sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).

In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,12 ha generato l’ allungo verso area 1,16-1,18.

Al ribasso, quindi, area 1,14 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,12 in un primo momento e successivamente in area 1,10. Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,15.

La fuoriuscita dal range sembrava aver gettato le basi per ulteriori rialzi con obiettivi in area 1,22.

Fino a pochissimo tempo fa, comprare sui minimi ( 1,05 ) e vendere sui massimi ( 1,15 ) aveva un senso, ed in più occasioni aveva dato ottimi frutti.

Adesso, essendo stata rotta al rialzo la parte alta della congestione, per le operazioni contro-trend si consiglia di operare con estrema cautela, in quanto la corsa della moneta unica europea sul medio-lungo periodo dopo aver raggiunto e superato area 1,20, resistenza di lungo periodo, potrebbe essere proiettata verso l’ostacolo successivo posto a quota 1,22 estesa ad area 1,24.

Tesi che potrebbe essere stata avvalorata dal pull-back, con tenuta, in area 1,165-1,16, effettuato per scaricare gli oscillatori di breve dall’ ipercomprato. Una chiusura settimanale sotto il forte supporto appena evidenziato potrebbe comunque aprire le porte ad ulteriori discese con target finale in area 1,14-1,13.

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