IL CROSS EUR-USD CONSOLIDA SUI MASSIMI AD OLTRE 3 ANNI: IL SUPPORTO DI BREVISSIMO SALE IN AREA 1,22-1,215

Salgono a 4 le ottave consecutive concluse con il segno “ più “ per il cambio Euro-Dollaro, volato sui massimi dalla fine del 2014, superando quota 1,23 ( massimo a 5 sedute 1,2324 ). Gli scambi settimanali, tuttavia, si sono conclusi a quota 1,2223, ripiegando di una figura rispetto ai top di periodo appena segnalati. La coppia ha trovato, al momento, un valido sostegno daily che ha fatto da supporto, su un minimo intraday a quota 1,2165.

LE NEWS PIU’ SENSIBILI PER LE QUOTAZIONI DEL CROSS EUR-USD

I timori su un possibile mancato accordo per lo sblocco dei fondi utili per proseguire le attività delle amministrazioni federali, ha penalizzato, per gran parte della scorsa ottava, le quotazioni del biglietto verde nei confronti delle principali divise mondiali, paure che sono diventate realtà, poiché a qualche ore dalla chiusura degli scambi settimanali, si è saputo che lo Shutdown è ufficialmente iniziato, poiché repubblicani e democratici non sono riusciti a trovare un’ intesa per evitare lo stop forzato ai finanziamenti federali. Dal canto suo, invece, la moneta unica europea ha fatto un passo indietro nei confronti del dollaro, dopo che alcuni esponenti della BCE si sono detti preoccupati della recente forza dell’ Euro.

Il vice-governatore dell’ istituto centrale di Francoforte, Victor Constancio, ha affermato che l’ attuale forza della moneta unica non riflette i cambiamenti dei fondamentali, mentre il numero 1 della banca centrale austriaca, Nowotny, ha dichiarato che l’attuale forza dell’ euro “ non aiuta “. Jens Weidmann, capo della Bundesbank ha, invece, auspicato un rapido stop al piano di acquisti mensili di bond governativi dei paesi appartenenti all’ Eurozona.

Sotto l’ aspetto macro, il movimento del cross EUR-USD è stato strettamente collegato ai dati in arrivo da oltreoceano. La scorsa ottava si è aperta con la lettura dell’ Empire State Manifacturing Index, che a Gennaio, in via preliminare, è sceso a 17,7 punti, dai 19,6 punti della precedente stima mensile. Gli analisti, invece, avevano pronosticato una flessione più moderata, a 19 punti.

Le singole voci che compongono l’ indice, termometro dell’ attività manifatturiera del distretto di new York, hanno evidenziato i nuovi ordinativi e le spedizioni sono aumentati, ma ad ritmo più lento di quello evidenziato a Dicembre. L’ indice Empire State, elaborato dalla Federal Reserve della città della grande mela ha evidenziato che il settore si trova ancora in fase di espansione poiché oltre la soglia dello “ zero” che indica crescita. La lettura del suddetto indice consiste in un antipasto del dato reso noto dall’ Institute for Supply Management.

Lettura in aumento per le richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti, in crescita del 4,1%, nella settimana terminata il 12 Gennaio. Il dato, diffuso dalla Mortgage Bankers Associations ( MBA ) ha confermato il mini-trend di crescita dopo l’ aumento dell’ 8,1% registrato nella precedente rilevazione settimanale. Le nuove domande di mutui, invece, sono cresciute del 3%. Molto deludente, invece, il saldo delle nuove costruzioni abitative, che a Dicembre ha fatto registrare un inaspettato calo dell’8,2% su base mensile, dopo il +3% della precedente stima mensile.

Le attese degli analisti davano invece un calo meno accentuato, pari a -1,7%. Giù anche i permessi edilizi, che nel mese di Dicembre sono calati dello 0,1% su base mensile, tuttavia, in miglioramento dal -1% della lettura precedente ( attese -0,6% ).

Lettura contrastata per il Beige Book di Novembre, diffuso dalla Federal Reserve, da cui è emerso che economia ed inflazione sono aumentate, ma ad un ritmo lento e piuttosto moderato nel periodo compreso tra la fine dello scorso mese di Novembre e la fine del 2017. Migliore, invece, il ritmo di crescita generale dei salari , che ha evidenziato un apprezzamento maggiore in alcuni distretti rispetto ad altri. Differenze tra i vari distretti si sono avute anche per quanto riguarda i costi, soprattutto nei comparti manifatturiero, edilizia e trasporti.

Cambio EUR-USD poco movimentato, nonostante la consueta lettura settimanale relativa alle richieste di sussidio di disoccupazione USA, diffusa dal Dipartimento per il Lavoro statunitense, abbia evidenziato che, il numero dei richiedenti sussidio, nella settimana terminata il 13 Gennaio è diminuito a 220 mila unità, in decisa flessione dalle 261 mila unità della settimana precedente.

I pronostici dagli analisti, invece, erano per un calo più contenuto a 249 mila unità. Le richieste di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti si sono pertanto assestate sul livello più basso dal Febbraio del 1973. Il numero totale dei richiedenti sussidio, al 6 Gennaio, è inaspettatamente aumentato a 1,952 milioni di unità, da 1,876 milioni di unità della precedente stima, salendo oltre 1,9 milioni di unità indicate dal consensus. La media mensile ha invece evidenziato una contrazione di 6.250 unità, scendendo a 244.500 unità La media mobile mensile consiste in un termometro più preciso per testare lo stato di salute del mercato del lavoro, poiché meno volatile rispetto alle singole letture settimanali.

Lettura in calo per l’indice della Fed di Philadelphia, indicatore del sentiment delle imprese del nord-est degli Stati Uniti, che a Gennaio, in via preliminare, ha rallentato a +22,2 punti, dai +27,9 punti della precedente stima di Dicembre. Le attese degli analisti, invece, erano per un calo rallentamento più contenuto, a +25 punti. Dalla rilevazione dei sottoindici del Philadelphia FED Index si è saputo che: l’ indice dei prezzi pagati è salito a +32,9 punti dai 27,8 punti precedenti; l’ indice dei nuovi ordini è sceso a +10,1 punti dai 28,2 punti della precedente stima, mentre la componente occupazione ha evidenziato un risultato pari a +16,8 punti dai +19,7 punti della precedente lettura.

Cresciuto meno della precedente stima mensile, anche l’ indice delle condizioni delle imprese a 6 mesi, che ha evidenziato una discesa a +42,2 punti dai 52,7 punti di Dicembre, mentre le attese sugli investimenti a 6 mesi sono diminuite a +36,2 punti dai +38,5 punti della precedente stima mensile. Anche il Philly FED Index, nonostante l’ aumento più contenuto evidenziato a Gennaio, si è mantenuto saldamente oltre la soglia dello “ zero “, che indica espansione. La ricerca, condotta sulle imprese del comparto manifatturiero del terzo distretto federale degli USA, si basa sulle valutazioni rilasciate dai partecipanti, che includono le condizioni attuali e le aspettative per i successivi 6 mesi.

Inaspettato calo anche per la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti elaborata dall’ università del Michigan, che nel mese di Gennaio è scesa a 94,4 punti, in flessione dai 95,9 punti della rilevazione del mese di Dicembre. Le attese degli analisti, invece, erano per un aumento a 97 punti.

I dati più importanti della settimana macro europea hanno riguardato la lettura dell’ indice dei prezzi al consumo dell’ area euro. EUROSTAT ha reso noto che nel mese di Dicembre l’indice IPC si è assestato all’ 1,4%, in discesa dall’ 1,5% della precedente lettura mensile. Su base mensile, l’ aumento è stato pari allo 0,4%, in crescita dal +0,1% della precedente stima. Il dato “ Core “, filtrato dei prezzi delle componenti energia ed alimentari, invece, ha fatto registrare un aumento dello 0,9%, confermando la lettura precedente.

In miglioramento, rispetto alla precedente rilevazione ( 0,3% ), il dato relativo alla produzione nel settore delle costruzioni, che a Novembre, secondo la stima preliminare resa nota da Eurostat, è aumentato dello 0,5%.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha centrato 3 obiettivi pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

La strategia rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria maggiore di 1,2237; Target Price individuati in area 1,2285 ed 1,2303; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,2165. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,2303, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,2348 ed 1,2377; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,2229 in chiusura di candela oraria.

Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,2377, per tentare di prendere profitto in area 1,2406 ed 1,2453, estesa ad 1,253; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,2303 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1895, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1941 ed 1,1987, estesa ad 1,2015; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,1821 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, consiglia di aprire posizioni Short, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,2165; Target Price attesi in prima battuta a 1,2136 e successivamente a 1,209; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,2212 in chiusura di candela oraria.

Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,2212 per sfruttare possibili cali in area 1,2061 ed 1,2015; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,2165 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,2015 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1987 ed 1,1941, estesi a 1,1895; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,209 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,253 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,2453 ed 1,2406, estesa a 1,2377; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,26 in chiusura di candela oraria o daily.

Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,18, fissando il Target Price in area 1,20-1,205. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,165 in chiusura di candela giornaliera.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

La coppia EUR-USD è volata sui massimi ad oltre 3 anni, consolidando il recente recupero oltre area 1,20, in chiusura settimanale, e facendo pertanto diminuire le probabilità di assistere ad un ritorno in area 1,16-1,165, supporto di medio periodo di fondamentale importanza.

La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,08 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,12 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sui massimi ad oltre 30 mesi, abbondantemente sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).

In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,12 ha generato l’ allungo verso area 1,16-1,18. Al ribasso, quindi, area 1,14 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,12 in un primo momento e successivamente in area 1,10.

Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,15.

La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22.

Fino a pochissimo tempo fa, comprare sui minimi ( 1,05 ) e vendere sui massimi ( 1,15 ) aveva un senso, ed in più occasioni aveva dato ottimi frutti. Adesso, essendo stata rotta al rialzo la parte alta della congestione, per le operazioni contro-trend si consiglia di operare con estrema cautela, in quanto la corsa della moneta unica europea sul medio-lungo periodo dopo aver raggiunto e superato area 1,20-1,22, resistenza di lungo periodo, potrebbe essere proiettata verso l’ostacolo successivo posto in area 1,24.

Tesi che è stata avvalorata nelle scorse ottave, dal pull-back, con tenuta, di area 1,165-1,16, servito soprattutto per scaricare gli oscillatori di breve dall’ ipercomprato.

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