IL DOLLARO SI ALLONTANA DAI MASSIMI DI PERIODO: RIFIATA IL CROSS EUR-USD

Performance settimanale in lieve crescita ( +0,40% ) per le quotazioni della coppia EUR-USD, che fissando l’ ultimo scambio della seduta dello scorso Venerdì a quota 1.1344 si sono allontanate dall’ importante supporto tecnico rappresentato da area 1,12, il cui eventuale cedimento potrebbe far sprofondare il cross più trattato sul mercato del FOREX verso il sostegno di lungo periodo che passa in area 1,10. Massimo e minimo a 5 sedute, rispettivamente pari a 1,1374 e 1,1274.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO

La moneta unica europea ha beneficiato della parziale apertura della BCE verso la possibile erogazione di prestiti a lungo termine ed a tassi bassi agli istituti di credito dell’ Eurozona. L’ eventualità del ricorso ai cosiddetti prestiti TLTRO per sostenere l’ economia è emersa dalla lettura delle minute dell’ultimo meeting dell’ istituto centrale di Francoforte, in cui i membri del board operativo hanno rivelato di aspettarsi un rallentamento della crescita per l’anno in corso. Il capo economista della Bce, Peter Praet, ha dichiarato che nel corso della prossima riunione del Consiglio direttivo, in calendario il 7 Marzo si discuterà di TLTRO.

Cross EUR-USD che in avvio di ottava ha beneficiato del recupero dell’ indice Zew, che a Febbraio si è assestato a -16,6 punti, dai -20,9 punti di Gennaio, evidenziando inoltre un miglior risultato rispetto ai -18,2 punti attesi dal mercato. Il suddetto indicatore, che rileva le aspettative economiche su un arco temporale di sei mesi, viene elaborato dallo Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, grazie all’ ausilio di un questionario rivolto a 350 esperti del mercato finanziario.

La Banca Centrale Europea ha reso noto che a Dicembre, l’ avanzo destagionalizzato delle partite correnti nell’ Eurozona, si è portato a +16 miliardi di euro, facendo registrare il valore più basso degli ultimi 2 anni, frenando rispetto ai +20 miliardi di euro di Novembre. Il risultato dell’ intero 2018 ha invece evidenziato un aumento del 3% del surplus rispetto al Prodotto Interno Lordo, rallentando, tuttavia, rispetto al +3,2% della precedente rilevazione. Rapporto surplus/ PIL dell’ intero blocco, previsto in ulteriore frenata nel 2019, al 2,7%; ed ancor più giù, a +2,5% entro il 2021.

La Commissione Europea ha fatto invece sapere che la stima preliminare di Febbraio, relativa alla fiducia dei consumatori nell’ Eurozona, ha evidenziato una contrazione di 7,4 punti, in miglioramento rispetto ai -7,7 punti del consensus ed i -7,9 punti della precedente lettura mensile.

Euro giù contro il Dollaro, in seguito alla rivelazione preliminare dell’ indice PMI manifatturiero del mese in corso, sceso sotto la soglia di espansione, rappresentata da quota 50 punti. La lettura ha infatti evidenziato un calo a 49,2 punti, dai 50,5 punti di Gennaio ( attese 50,3 punti ).

Oltre le attese, invece, la stima del Purchasing Managers Index relativo al settore servizi, che sempre in via preliminare, a Febbraio, ha evidenziato un progresso a 52,3 punti, dai 51,2 punti di Dicembre. Battute le attese degli analisti, che invece si aspettavano un dato pari a 51,3 punti.

La società di ricerche ed analisi finanziarie IHS Markit ha inoltre rivelato che l’ indice PMI Composite, mix tra la componente PMI manifatturiera e quella dei servizi, sempre nella stima preliminare del mese in corso, si è assestato a 51,4 punti, in lieve aumento rispetto ai 51 punti di Gennaio, ed oltre i 51,1 punti, indicati dagli analisti.
La stima finale dell’ indice dei prezzi al consumo nell’ Area euro, nel mese di Gennaio, secondo la lettura diffusa da Eurostat, ha confermato la lettura preliminare, evidenziando un rialzo dell’1,4% su base annua, come da consensus. Il dato ha tuttavia mostrato un modesto rallentamento rispetto al +1,5% di Dicembre.

L’ istituto di statistica europeo ha inoltre confermato la frenata dell’ inflazione nell’ Eurozona fatta registrare a Gennaio, con l’ indice dei prezzi al consumo assestatosi, nella lettura finale, all’1,4%, dal +1,5% della stima finale di Dicembre, a sua volta corretta al ribasso da +1,6% della prima comunicazione. Su base mensile, invece, sempre nella stima finale di Gennaio, si è registrato un calo dell’1% ( consensus -1,1% ), mentre il dato mensile precedente aveva evidenziato una variazione nulla. L’ inflazione “ Core “ an netto dei prezzi di energia, alimentari, alcool e tabacco ha invece mostrato un incremento dell’1,1% su base annua, in linea con la stima preliminare e lievemente superiore al consensus degli analisti, pari a +0,9%.

Tra i dati macro più rilevanti arrivati dagli USA la lettura dell’ andamento delle attività economiche negli USA, misurati attraverso i diversi indicatori PMI. Il Purchasing Managers Index Composite, il cui risultato riflette la media tra la somma della stima PMI Manifatturiero e PMI Servizi, a Febbraio, si è assestato a 55,8 punti, in miglioramento dai 54,4 punti della precedente stima mensile. Le singole voci hanno invece evidenziato: un calo a 53,7 punti dai 54,9 punti di Gennaio per il PMI Manifatturiero, assestatosi a 53,7 punti, dai 54,9 punti di Gennaio ( attese 54,8 punti ); ed aumento a 56,2 punti dai 54,2 punti per il PMI relativo al settore Servizi ( consensus 54,3 punti ). Per tutte e tre le varianti di PMI si è trattato della lettura preliminare diffusa da IHS Markit, elaborando l’ indagine condotta tra i direttori agli acquisti delle maggiori aziende degli Stati Uniti.

Scende ben più giù delle attese, il Philadelphia Fed Index nel mese di Febbraio, assestatosi a -4,1 punti, crollando sensibilmente rispetto alla preedente lettura di Gennaio. Il Philly Fed Index consiste in un importante indicatore, sfruttato per misurare lo stato di salute delle aziende e dell’economia in generale, all’ interno del distretto federale Philadelphia ed il risultato che ne consegue traccia le future attese su un arco temporale di sei mesi successivi alla lettura. I pronostici degli analisti, davano un rallentamento limitato a 14 punti. Un valore di indice oltre la soglia dello zero indica espansione economica, mentre una stima sotto lo zero è sinonimo di contrazione economica.

Lettura migliore del consensus per il saldo relativo alle nuove richieste di sussidio di disoccupazione negli USA, che al 16 Febbraio, si sono portate a +216 mila unità, in flessione dalle +239 mila unità della precedente ottava e rispetto alle +228 mila unità indicate dagli analisti. In controtendenza per la media mobile mensile, indicatore più veritiero, in quanto meno volatile rispetto alle singole letture settimanali, che in base ai dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro statunitense è aumentata di 4.000 unità, portandosi a 235.750 unità, dalle 231.750 unità della precedente ottava. Le richieste continuative di indennizzo di disoccupazione si sono invece assestate a 1,725 milioni di unità, scendendo rispetto a 1,743 milioni di unità della precedente lettura ed a dispetto di 1,780 milioni di unità ( rivisto da 1,773 milioni di unità ) della precedente rivelazione settimanale.

La National Association of Home Builder ha reso noto che la stima sulla fiducia dei costruttori edili negli USA è aumentata a 62 punti dai 58 punti del mese precedente. Le aspettative degli analisti, per il cosiddetto indice NAHB, indicavano un valore pari a 59 punti.

Il consueto report settimanale diffuso dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), ha rivelato che nella settimana terminata il 15 Febbraio, il saldo dei nuovi mutui ipotecari è del 3,6%, in ripresa dal netto calo del 6,9% evidenziato dalla precedente stima settimanale, a sua volta corretta al ribasso dal -3,7% della lettura flash.
Il rapporto diffuso dalla NAR ( Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari ) ha invece rivelato che le vendite di nuove case, a Gennaio, ha subito una contrazione dell’1,2%,a 4,94 milioni di unità, in calo da 5 milioni di unità del precedente saldo di Dicembre. Gli analisti, invece, stimavano un aumento a 5,01 milioni di unità.
Salgono, ma meno delle attese, gli ordini di beni durevoli nel mese di Dicembre, che hanno mostrato un incremento dell’1,2%, dal +1% del mese precedente ( corretto da +0,7% della stima flash ). Il consensus degli analisti, aveva infatti indicato una lettura pari a +1,7%. Al netto degli ordinativi relativi al settore dei trasporti, la suddetta lettura ha evidenziato un aumento dello 0,1%, in recupero dal -0,2% del mese precedente ( rivisto da -0,4% della prima comunicazione ), ma sotto il +0,3% pronosticato dagli analisti.

Il Leading Index elaborato dal Conference Board USA, ha invece reso noto che nel mese di Gennaio, il cosiddetto indice principale statunitense ha fatto segnare un calo dello 0,1%, mentre il mercato si aspettava un incremento dello 0,1%.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che staziona ancora al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo,dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.

La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, la nuova discesa sotto area 1,14, in chiusura weekly, potrebbe causare il ritorno in area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Ottava poco movimentata per il nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che nonostante il ristretto trading range ( appena una figura tra minimo a quota 1,1274 e massimo a quota 1,1374 ) ha tuttavia preso profitto sul primo target price della strategia Long Intraday.

La strategia rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1357 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1383 e 1,1427; Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1314. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1427, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1454 e successivamente a 1,1498; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1374 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1498, per tentare di prendere profitto in area 1,1525 e 1,1569, estesa a quota 1,1613; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1427 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1063, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,11 e 1,1148, estesi ad 1,1174; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,10 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1314; Target Price attesi in prima battuta a 1,1287 e successivamente a 1,1244; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1357 in chiusura di candela oraria.

Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1244 per sfruttare possibili cali in area 1,1217 e 1,1174; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1292 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1174 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1148 e 1,11, estesi a 1,1063; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1244 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1613 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1569 e 1,1525, estesi a quota 1,1498; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,166 in chiusura di candela oraria o daily.

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