CROSS EUR-USD INDEBOLITO DA POSSIBILE ACCELERAZIONE SU AUMENTI TASSI USA DOPO LETTURA MINUTE FED

L’ aumento delle aspettative sui futuri rialzi dei tassi USA ha ridato ossigeno al biglietto verde, penalizzando il cross EUR-USD, che ha lasciato sul terreno poco più dello 0,80%.

Gli scambi di Venerdì 23 Febbraio si sono conclusi a quota 1,2304, non molto lontani dal minimo a 5 sedute, toccato a quota 1,2259, mentre il massimo nello stesso periodo preso in considerazione non si è spinto oltre 1,2434. Per il momento, quindi, fallisce il secondo tentativo di rompere al rialzo la forte resistenza di medio-lungo periodo, individuata in area 1,255, il cui break-out tecnico potrebbe far scattare ulteriori allunghi con target in area 1,27.

LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CROSS EUR-USD

L’ andamento delle quotazioni del cambio Euro-Dollaro, nel corso della scorsa ottava, è stato condizionato dalla lettura dei verbali delle minute delle ultime riunioni della Federal Reserve e della Banca Centrale europea.

Dai verbali dell’ istituto centrale statunitense è emerso che per i membri del FOMC ( Federal Open Market Committee ), considerata la forte espansione economica testimoniata dai recenti dati macro e dalla revisione al rialzo delle stime di crescita ( +2,5% ),” un graduale rialzo dei tassi sia appropriato “.

Una lettura quella dei verbali della FED che ha supportato il biglietto verde a discapito della moneta unica europea. Mentre per quanto riguarda le minute del meeting dello scorso 24-25 Gennaio, diffuse dall’ istituto centrale con sede a Francoforte, si è venuto a conoscenza che il board opertivo guidato dal presidente Mario Draghi potrebbe riconsiderare il peso del programma di Quantitative Easing, già nella prima parte dell’ anno di quest’ anno, se si dovessero intravedere le condizioni per farlo. La BCE si è inoltre detta preoccupata per una possibile guerra sui cambi minacciata dagli USA, velatamente, con l’ intervento a Davos dal segretario del Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin, secondo cui la debolezza del biglietto verde potrebbe fa bene agli USA da un punto di vista commerciale.

La forza dell’ Euro nei confronti del Dollaro, infatti, avrebbe ripercussioni negative sulle esportazioni e di conseguenza potrebbe frenare la crescita dell’ inflazione, per la quale la BCE si è detta ottimista, in quanto gli sforzi di questi mesi stanno dando i loro frutti avvicinando l’ indice dei prezzi al consumo in Europa verso la soglia gradita, del 2%.

Capitolo inflazione che la scorsa settimana si è arricchito della lettura finale del tasso d’inflazione annuo dell’ Eurozona del mese di Gennaio, che secondo quanto reso noto da EUROSTAT si è assestato all’ 1,3%, in calo dall’1,4% evidenziato a Dicembre, ed il +1,8% di gennaio 2016. Un dato che ha contribuito ad indebolire la coppia EUR-USD.

L’ottava macro europea si è invece aperta con la discesa evidenziata dalla rilevazione mensile di Febbraio dell’ indice Zew tedesco. Secondo l’ omonimo istituto di ricerca ( Wew ) l’ indice di fiducia nella locomotiva economica europea, ne mese in corso è scivolato a 17,8 punti, in calo dai 20,4 punti della precedente lettura mensile, pur facendo registrare una diminuzione più modesta rispetto ai 16 punti attesi dagli analisti. Giù anche il sotto-indice delle attuali condizioni economiche, che ha evidenziato una contrazione a 92,3 punti, dai 95,2 punti della rilevazione di Gennaio ( attese 93,9 punti ). In ascesa, sempre secondo la stima Zew, le aspettative inflazionistiche di Germania ed Eurozona.

Peggiore delle attese anche il termometro della fiducia nelle aziende tedesche, il cosiddetto indice IFO, che a Febbraio ha deluso le aspettative degli analisti, assestandosi a 115,4 punti. In calo anche i relativi sotto-indici riferiti alle attese di business ed alla situazione attuale.

Euro in calo sul Dollaro anche a causa del deciso passo indietro della fiducia dei consumatori dell’ area Euro, che secondo quanto reso noto dalla Commissione Europea, in via preliminare, ha evidenziato un debole aumento dello 0,1%, contro il robusta lettura di Gennaio, che invece aveva fatto registrare un +1,4%. Lettura in deciso calo anche contro il +1% atteso dal consensus degli analisti.

Continua a correre il tasso di crescita dell’ attività economica dell’ Eurozona, pur evidenziando un calo dai record degli ultimi 12 anni, evidenziato lo scorso mese. Secondo la stima flah di Febbraio, infatti, l’ indice PMI manifatturiero dell’area Euro si è assestato a 58,8 punti ( minimo a 3 mesi ), in discesa dai 59,6 punti di Gennaio e dai 59,2 punti indicati dai pronostici degli analisti. L’ indice PMI Servizi, invece, ha subito una contrazione a 57,5 punti, dai 58,8 punti della precedente stima mensile, mentre le indicazioni degli analisti erano per un valore pari a 58,4 punti.

L’indice Pmi servizi si e’ attestato a 56,7 punti, in diminuzione rispetto ai 58 punti del mese precedente (consensus 57,6 punti). In calo anche il PMI composito, che somma i singoli dati del comparti manifatturiero e servizi, attestatosi a 57,5 punti, giù dai 58,8 punti registrati lo scorso Gennaio. Deluse anche in questo caso la stima degli analisti, che invece si aspettavano una lettura a 58,4 punti.

Indicazioni positive sono arrivate dalle letture degli indici PMI statunitensi, che hanno evidenziato delle rilevazioni migliori delle attese sia per quanto riguarda l’ indice Manifatturiero che quello relativo ai Servizi, nonché quello composito. Il Purchasing Manager Index USA di Febbraio si è infatti assestato a 55,9 punti, schizzando sui valori più elevati da Ottobre 2014, in rialzo dai 55,9 punti di Gennaio, mentre le attese degli analisti erano per una lieve contrazione a 55,4 punti.

In deciso aumento anche la voce relativa ai nuovi ordini, in aumento a 57,8 punti, dai 56,8 punti della stima mensile precedente. Bene anche il dato relativo all’ occupazione, in miglioramento a 55,8 punti da 54,8 punti. Il PMI Servizi, ha invece messo in evidenza un progresso a 55,9 punti, contro i 54 punti indicati dagli analisti, ed i 53,3 punti della precedente lettura di Gennaio. In crescita anche il sotto-indice delle nuove attività, balzato a 58,1 punti, dai 56,2 punti della stima mensile precedente. Deciso passo in avanti anche per il PMI Composito, in rialzo a 55,9 punti, dai 53,8 punti di Gennaio. L’ indice che raggruppa le rispettive letture mensili di Pmi Manifatturiero e Servizi si è così portato sui massimi dal 2015.

In frenata il mercato immobiliare Usa, che ha evidenziato una serie di dati macro in calo. Le vendite di case esistenti nel mese di Gennaio hanno subito un calo del 3,2%, contro il +0,5% pronosticato dagli analisti. Variazione mensile negativa anche per le vendite complessive, in discesa a 5,38 milioni di unità, contro 5,60 milioni di unità stimate dagli analisti.

Giù anche la media dei prezzi di vendita, che si è abbassata a 240 mila dollari, da 246.500 dollari della rilevazione precedente, ma ha tuttavia fatto registrare un aumento del 5,8% su base annua. Lettura in calo per il saldo relativo alle nuove richieste di mutui ipotecari negli USA, che stando a quanto reso noto dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), la scorsa ottava sono diminuite del 6,6%, in scia al precedente calo settimanale del 4,1%.

Variazione mensile positiva per il Superindice USA, che secondo il report elaborato dal Conference Board, a Gennaio, è avanzato dell’ 1%, battendo le attese degli analisti, ferma a +0,7%. Va ricordato che il suddetto indicatore, ovvero il Leading Indicator Index, stima le attese sull’ attività economica statunitense, previste dai 3 ai 9 mesi, attraverso l’ incrocio dei dati di ben 10 diversi indicatori macroeconomici.

Saldo settimanale migliore delle attese per le richieste di sussidio di disoccupazione USA, che nell’ ottava terminata il 17 Febbraio sono diminuite a 222 mila unità, a dispetto delle 229 mila unità della precedente stima, e contro una lettura in linea con la precedente, attesa dagli analisti. In calo anche il numero totale dei richiedenti sussidio, che al 10 Febbraio, si sono assestati a 1,875 milioni di unità, da 1,948 milioni di unità della precedente rilevazione.

Le attese degli analisti, invece, indicavano un valore pari a 1,935 milioni di unità. Il Dipartimento per il Lavoro USA ha inoltre reso noto che la media mobile mensile, indicatore meno ballerino rispetto alle singole letture settimanali, di è assestato a 226 mila unità, in discesa di 2.250 unità rispetto alla precedente stima settimanale.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, nonostante le fisiologiche prese di beneficio, consolida sopra l’ ex resistenza divenuta supporto, in area 1,20, facendo pertanto diminuire le probabilità di assistere ad un ritorno in area 1,16-1,165, supporto di medio periodo di fondamentale importanza.

La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ). In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 ha generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al ribasso, quindi, area 1,18 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,16 in un primo momento e successivamente in area 1,14.

Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,16. La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22 e successivamente prendere profitto verso l’ obiettivo finale posto in area 1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo cercano di scaricarsi dall’ ipercomprato. Per il proseguo del rialzo, dopo il salutare pull-back in area 1,22, sarebbe salutare continuare a consolidare sopra quest’ ultimo livello o mal che vada non cedere sotto area 1,20, poiché le quotazioni potrebbero avvitarsi ulteriormente verso il basso, in area 1,8-1,16.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Buono il bilancio settimanale realizzato dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha preso profitto su 3 obiettivi pronosticati dalla strategia Short:2 nella versione intraday ed 1 nella versione Over.

La strategia Long consiglia di aprire posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,2332; Target Price individuati in area 1,2361 ed 1,2408; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,2284. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,2408, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,2438 ed 1,2485; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,2304 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,2485, per tentare di prendere profitto in area 1,2515 ed 1,2563, estesa ad 1,2611; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,2408 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,2012, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,2058 ed 1,2087, estesa ad 1,2133; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,194 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia Short, invece, suggerisce di attivare posizioni al ribasso, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,2284; Target Price attesi in prima battuta a 1,2255 e successivamente a 1,221; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,2332 in chiusura di candela oraria.

Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,221 per sfruttare possibili cali in area 1,218 ed 1,2133; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,2284 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,2133 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,2087 ed 1,2058, estesi ad 1,2012; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,221 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2611 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,2563 ed 1,2515, estesa a 1,2485; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,269 in chiusura di candela oraria o daily.

Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,18, fissando il Target Price in area 1,20-1,205. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,165 in chiusura di candela giornaliera.

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