IL CROSS EUR-USD VOLA SUI MASSIMI DA DICEMBRE 2014 SOPRA QUOTA 1,25

Il cambio Euro-Dollaro con un rialzo a 5 sedute pari a +1,7% inanella la sesta settimana consecutiva con il segno “ più “, assestandosi dopo più di tre anni, oltre la soglia psicologica e tecnica di 1,25, spingendosi fino ad un massimo intraday a quota 1,2538.

L’ ottava si è invece conclusa a quota 1,2427, poco più di una figura in meno dal top segnalato in precedenza, a causa di alcune prese di beneficio, del tutto lecite dopo un parziale rialzo del 4,5% in questo primo scorcio di 2018. Il rally settimanale della coppia Euro-Dollaro, inoltre, è stato una delle conseguenze del crollo del Dollar Index, l’ indice del biglietto verde in rapporto con le principali valute mondiali, scivolato anch’esso su valori che non si vedevano da Dicembre 2014, abbondantemente sotto il forte sostegno in area 90 ( minimo 88,27 ).

LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER LE QUOTAZIONI DEL CAMBIO EURO-DOLLARO

L’appuntamento settimanale più importante era certamente quello con il meeting tenuto dalla Banca Centrale Europea, da cui è sostanzialmente emerso che i tassi d’ interesse dell’ Eurozona rimarranno ancora fermi per un lungo periodo, sicuramente fino a Settembre 2018 data in cui la BCE dovrebbe sospendere definitivamente il programma di Quantitative Easing. QE, che secondo il governatore Mario Draghi, nonostante gli ottimi segnali arrivate su tutti i fronti economici, sarà aumentato o ulteriormente prolungato nel caso in cui si dovrebbe essere costretti a farlo.

La moneta unica europea è stata inoltre galvanizzata dalle ottime indicazioni macro arrivate dalla Germania, la cui economia è il motore trainante di tutte quelle dei paesi appartenenti all’Eurozona. L’ indice ZEW tedesco, che misura la fiducia degli investitori in Germania, a Gennaio, ha fatto registrare un deciso rialzo, assestandosi a 20,4 punti, dai 17,4 punti della precedente lettura mensile. Battute le attese degli analisti, che invece non andavano oltre i 17,8 punti. Particolarmente robusta la crescita dell’indice sulle condizioni attuali, balzate sui massimi dal 1991, a quota 95,2 punti da area 89,2 punti della rilevazione precedente. La stima degli analisti, invece, non si spingeva oltre gli 89,8 punti.

Lettura positiva anche per l’indice IFO tedesco, termometro che rileva la fiducia delle aziende in Germania, che nel mese in corso ha evidenziato una salita a 117,6 punti, dai 117,2 punti della precedente rilevazione mensile ( attese 117,1 punti ). Variazione negativa, invece, per le aspettative di business, scese a 108,4, dai 109,4 punti della precedente stima. La lettura della situazione attuale ha invece evidenziato una crescita a 127,7 punti, dai 125,5 punti dl mese di Dicembre ed a dispetto dei 125,4 punti attesi dagli analisti.

Ulteriore benzina per l’ Euro nei confronti della divisa statunitense è arrivata con il deciso aumento fatto registrare dal dato relativo alla fiducia dei consumatori dell’ Eurozona, balzata nel mese in corso, in via preliminare, a 1,3 punti, dagli 0,5 punti della precedente lettura mensile. Le aspettative degli analisti indicavano una crescita contenuta a +0,6%.

Lieve contrazione per l’ Indice PMI Manifatturiero dell’ aera Euro, che secondo le indicazioni preliminari della società di ricerca Markit, nel mese di Gennaio, è sceso a 59,6 punti, dai 60,6 punti di Dicembre, in flessione rispetto ai 60,4 punti attesi dal mercato. La lettura del Purchasing Managers Index del comparto manifatturiero del mese in corso rimane tuttavia ampiamente positiva, poiché di gran lunga superiore ai 50 punti, soglia oltre la quale si parla di espansione economica del settore in questione.

Variazione mensile positiva, sempre a Gennaio ed in via preliminare, invece per la stima dell’ Indice PMI servizi, in aumento a 57,6 punti, dai 56,6 punti della precedente lettura. I pronostici degli analisti, invece, erano per un piccolo passo indietro a 56,5 punti.

Il cross EUR-USD ha iniziato ad accelerare definitivamente al rialzo dopo che, Steven Mnuchin, segretario al tesoro USA ha dichiarato che l’economia statunitense ed in particolare la bilancia commerciale a stele e strisce beneficiano di un dollaro debole, poiché un biglietto verde sui minimi favorisce l’ export.

Quella che ci siamo appena messi alle spalle è stata una settimana comunque a totale vantaggio della moneta unica europea nei confronti della divisa statunitense, sin dalle prime battute, con il dollaro depresso anche a causa di dati macro sottotono, ad iniziare dalla lettura sotto le attese degli analisti dell’ indice Richmond FED. L’ indicatore che tasta il sentiment del comparto manifatturiero della regione di Richmond, nel mese di Gennaio è sceso a 14 punti, in netto calo dai 20 punti della precedente lettura. Gli analisti, invece, avevano puntato per un dato pari a 19 punti.

Segno meno anche per l’ indice PMI Composito del mese di Gennaio. Elaborato dalla società di ricerche Markit, il suddetto indicatore elabora le letture delle singole voci di PMI, Manifatturiero e Servizi, e nel mese in corso ha evidenziato una discesa a 53,8 punti, dai 54,1 punti della precedente lettura di Dicembre. Giù anche la componente occupazione, calata a 53,5 punti dai 53,7 punti della precedente stima mensile.

Nei dettagli, il Purchasing Managers Index manifatturiero ha evidenziato un aumento a 55,5 punti, dai 55,1 punti della lettura finale di Dicembre, facendo registrare il valore più elevato da Marzo 2015. Gli analisti, invece, si aspettavano una lieve contrazione a 55 punti. Segno “ meno “ per l’ indice PMI relativo al settore Servizi, in calo a 53,3 punti, dai 53,7 punti della precedente rilevazione mensile. Deluse le aspettative degli analisti, che invece avevano pronosticato un rialzo a 54 punti.

La scorsa ottava è stata densa di dati macro che hanno riguardato il settore immobiliare. Le indicazioni più rilevanti hanno riguardato la consueta lettura settimanale del saldo delle nuove richieste di mutui ipotecari negli USA, che secondo i rapporto elaborato dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ) sono aumentate di del 4,5%, in scia la +4,1% della precedente lettura.

Hanno invece deluso le aspettative, le vendite di case esistenti, in discesa, nel mese di Dicembre, dopo che il mese precedente avevano evidenziato un progresso del 5,1%. Gli analisti in questa occasione si aspettavano un calo contenuto a -2,2%. Lettura negativa anche per quanto riguarda le vendite di case nuove, in flessione del 9,23%, a 625 mila unità, contro le 733 mila unità vendute a Novembre. Le aspettative degli analisti erano per un calo più modesto, a 680 mila unità. Quest’ ultimo dato molto atteso dal mercato per tastare il sentiment del mercato immobiliare USA, anche se in forte calo su base mensile, ha tuttavia fatto registrare un aumento del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente.

Cross EUR-USD che ha rallentato la propria ascesa dopo la buona lettura del Superindice USA, che nel mese di Dicembre, in via definitiva ha messo in luce un aumento dello 0,6% contro il +0,5% della stima mensile precedente ed il +0,4% del dato preliminare. Il Leading Indicator Index ( Superindice, conosciuto anche come Indice Principale ) viene elaborato dal Conference Board tramite un mix di ben 10 indicatori macroeconomici, e consiste in un ottimo termometro per valutare il futuro ciclo economico in un arco temporale compreso tra 6 e 9 mesi dall’ ultima rilevazione.

Dollaro ancora in momentanea ripresa sull’ Euro dopo che il Dipartimento per il lavoro USA ha reso noto che nella settimana che si è conclusa il 20 Gennaio le richieste di sussidio di disoccupazione sono aumentate a 233 mila unità, dalle 216 mila unità dell’ ottava precedente ( consensus 235 mila unità ). Il numero totale dei richiedenti sussidio, al 13 Gennaio, ha subito una flessione a 1,937 milioni di unità, da 1,965 milioni di unità della precedente lettura settimanale, ma tuttavia meno di 1,925 milioni di unità attese dal mercato.

La media mobile mensile invece si è assestata a 240 mila unità, in calo si 3.500 unità rispetto alla stima settimanale precedente. La media a 4 settimane rappresenta un indicatore più affidabile per monitorare il mercato del lavoro USA, in quanto meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali.

Ha sorpreso in positivo anche la lettura degli ordinativi di beni durevoli USA di Dicembre, in rialzo del 2,9% rispetto alla lettura mensile precedente, quando la crescita era stata pari a +1,7%. I pronostici degli analisti, invece, non andavano oltre che un aumento dello 0,8%.

Finale di ottava ancora favorevole all’ Euro nei confronti del biglietto verde, con la lettura del PIL USA del quarto trimestre del 2017, che ha evidenziato un dato al di sotto delle aspettative degli analisti. Il Prodotto Interno Lordo della prima economia mondiale, nel periodo Ottobre-Dicembre dello scorso anno, ha infatti evidenziato un +2,6%, contro il 3% atteso dal mercato, ed in netto calo dal +3,2% del precedente trimestre. Positivo L’ outlook per i primi tre mesi del 2018, grazie ai primi effetti della riforma fiscale, che secondo il parere degli analisti favorirà le spese dei consumatori e gli investimenti delle imprese.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

La coppia EUR-USD è volata sui massimi ad oltre 3 anni, consolidando il recente recupero oltre area 1,20, in chiusura settimanale, e facendo pertanto diminuire le probabilità di assistere ad un ritorno in area 1,16-1,165, supporto di medio periodo di fondamentale importanza.

La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sui massimi ad oltre 30 mesi, abbondantemente sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).

In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 ha generato l’ allungo verso area 1,20-1,22. Al ribasso, quindi, area 1,18 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,16 in un primo momento e successivamente in area 1,14.

Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,16. La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22 e successivamente prendere profitto verso l’ obiettivo finale posto in area 1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo evidenziano i primi segni di ipercomprato, per il proseguo del rialzo sarebbe necessario un pull-back per scaricare gli eccessi, quantomeno in area 1,22, massimo 1,20, senza cedere quest’ultimo supporto, poiché le quotazioni potrebbero avvitarsi ulteriormente verso il basso, in area 1,8-1,16.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha centrato tutti gli obiettivi pronosticati dalla strategia Long ( 7 su 7 ), quindi sia nella versione Intraday che in quella Over. Gloria anche per la strategia Short Speculativa, attivata al tocco di quota 1,253 e chiusa con successo sui primi due target price segnalati.

Lo scenario rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria maggiore di 1,245; Target Price individuati in area 1,247 ed 1,2517; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,2393.

Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,2517, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,2546 ed 1,2594; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,2445 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,2594, per tentare di prendere profitto in area 1,2624 ed 1,2672, estesa ad 1,2702; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,2517 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,211, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,2165 ed 1,2211, estesa ad 1,224; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,2035 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, consiglia di aprire posizioni Short, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,2393; Target Price attesi in prima battuta a 1,2363 e successivamente a 1,2316; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,245 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,2316 per sfruttare possibili cali in area 1,2287 ed 1,224; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,2393 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,224 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,2211 ed 1,2165, estesi a 1,211; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,2316 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2702 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,2672 ed 1,2624, estesa a 1,2594; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,278 in chiusura di candela oraria o daily.

Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,18, fissando il Target Price in area 1,20-1,205. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,165 in chiusura di candela giornaliera.

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