Il rapporto rischio rendimento nel trading è uno dei fattori più importanti per le strategie di un trader. Egli per ottenere dei profitti, ma soprattutto per non incorrere in perdite, dovrà sviluppare la propria strategia di trading basandosi sulla gestione del rischio. In base a quest’ultimo l’investitore può calcolare il possibile rendimento che può ottenere.

 

Il rapporto rischio rendimento dipende soprattutto dai punti di ingresso e di uscita da una posizione. Quali sono i migliori momenti per far partire un’operazione? E quando per chiuderla? In questo articolo parleremo non solo di questo, ma anche della dimensione di una posizione in base al proprio conto.

Rischio rendimento: quanto investire

Il rapporto rischio rendimento non può che dipendere anche dalla dimensione di una posizione. Essa deve essere relazionata al proprio conto trading per ottenere un buon rapporto rischio rendimento. Infatti aprire posizioni molto corpose senza avere un ampio portafoglio potrebbe portare a elevati rischi, anche se in caso di performance positiva il rendimento diventerebbe molto alto.

Molti esperti del settore consigliano un rischio pari al 2% del proprio conto trading. Per fare un esempio se il conto dovesse essere di 50.000€ la perdita di una singola operazione non dovrebbe superare i 1.000€. A questo punto per calcolare la dimensione della posizione bisognerebbe tener conto del piazzamento dello stop loss.

Lo stop loss è un ordine automatico che si manda al broker. Esso è facilmente traducibile in italiano con fine della perdita, raggiunto quel livello infatti il broker chiuderà automaticamente la posizione in perdita. Lo stop loss ha un’importanza fondamentale nella gestione del rischio perché permette al trader di contenere le perdite in caso di previsione di mercato sbagliata.

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Una volta individuato lo stop loss, il trader dovrebbe far sì che quella perdita corrisponda al 2% del proprio conto trading, a quel punto la dimensione della posizione sarà adeguata al rapporto rischio rendimento.

Rischio rendimento: quando entrare

Un’operazione è costituita da un punto di ingresso e un punto di uscita, in questo paragrafo ci occuperemo della prima parte. Più il punto di ingresso è distante dallo stop loss maggiore sarà il rischio e minore il rendimento, dunque l’abilità del trader sta nel trovare il momento migliore per aprire un’operazione.

Vedremo, però, che non sempre si può attendere il momento propizio dato che questo potrebbe non arrivare mai e si rischierebbe di perdere l’opportunità.

Con un esempio cercheremo di spiegare al meglio la situazione.

Il grafico mostra l’andamento del cambio euro dollaro fra dicembre 2017 e gennaio 2018. Possiamo notare che il 12 gennaio EUR/USD ha superato con decisione la resistenza e si è portata al rialzo. Immaginiamo che un trader abbia perso questo rialzo e vuole posizionarsi long successivamente.

Il miglior punto di ingresso potrebbe essere la linea rossa, aspettando quindi il pullback sulla precedente resistenza rotta. Il trader avrebbe potuto inserire lo stop loss leggermente sotto questa linea e avere un ottimo rapporto rischio rendimento. Notiamo però che quella linea non è stata più raggiunta e il cambio euro dollaro ha invece effettuato solo un leggero ritracciamento per poi riprendere il suo trend crescente.

Considerando la forza dell’euro in quel determinato periodo la linea blu sarebbe potuta essere un ottimo livello di entrata, posizionando lo stop loss poco sotto la linea rossa. Certo il rischio sarebbe stato maggiore rispetto alla prima ipotesi, ma con una dimensione della posizione minore il trader avrebbe avuto un’adeguata gestione del rischio.

Rischio rendimento: quando uscire

Lo stesso discorso può essere applicato per quanto riguarda l’uscita da una posizione. Uscire da una posizione in profitto non è mai facile, la sensazione spesso è quella di voler ottenere un guadagno sempre più grande perdendo quindi il momento migliore per chiudere un’operazione.

Prima di aprire una posizione il trader deve essere consapevole di quanto vuole e può guadagnare grazie a questa. Se il rischio supera di gran lunga il possibile rendimento l’operazione non è considerarsi bilanciata. Infatti un buon rapporto rischio rendimento dovrebbe essere vicino al 1:1.

Il trader dovrà quindi innanzitutto stabilire qual è il suo obiettivo di rendimento e se l’operazione scelta glielo consente.

 

Il grafico mostra l’andamento del prezzo dell’oro fra settembre 2017 e marzo 2018. Immaginiamo che un trader abbia effettuato il suo ingresso long il 18 gennaio sulla linea rossa con l’obiettivo di raggiungere la linea verde, che corrisponde al massimo dell’8 settembre 2017. La linea blu rappresenta invece lo stop loss.

Qualora il trader avesse seguito la sua strategia fino in fondo avrebbe ottenuto il guadagno con un’operazione da un ottimo rapporto rischio rendimento. Se invece il trader per avidità avesse deciso di tenerla aperta per tentare di ottenere profitti maggiori avrebbe dovuto attendere 20 giorni prima di vedere il prezzo dell’oro tornare sulla stessa cifra.

Inoltre osserviamo dall’immagine che nel periodo intermedio la sua operazione sarebbe stata anche in negativo.

Conclusioni

Riallacciandoci con l’ultima frase possiamo affermare con certezza che il guadagno effettivo un trader lo ottiene nel momento in cui chiude l’operazione, fino ad allora il rischio che questa si chiuda in passivo non è mai sopito. Una tecnica che molti trader utilizzano è quella dello spostamento dello stop loss nell’area di guadagno.

In questa maniera se l’andamento dell’asset scelto dovesse invertire rotta improvvisamente lo stop loss si attiverebbe, ma trovandosi nell’area di guadagno (per esempio a +10 punti dal livello di ingresso) porterebbe profitti al trader.

Decidere un punto di ingresso non è mai facile, da una parte c’è il rischio di aprirla troppo presto, dall’altra parte il rischio di non aprirla affatto, dato che non sempre l’asset raggiunge il valore desiderato.

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