Con il generico termine “derivati” si indica una fattispecie molto vasta di strumenti di investimento che derivano da altri beni o servizi che fanno da sottostante. A prescindere dalla tipologia (ne parleremo dopo), tutti derivati hanno una caratteristica in comune che sta alla base del loro alto appeal: consentono al loro possessore di investire su tantissimi asset senza sobbarcarsi della reale gestione dei bene negoziati.

Questa peculiarità che sta alla base di qualsiasi contratto derivato non sempre si riesce a cogliere in modo corretto. E allora ricorriamo ad un esempio che rende bene l’idea ma che soprattutto aiuta a capire perchè oggi i derivati vengono ritenuti tra i migliori strumenti per proteggere il proprio capitale.

Ammettiamo, ad esempio, di voler comprare dei barili di petrolio. Ovviamente, a meno che non siamo dei folli completi, l’acquisto di questo bene implicherebbe la necessità di stoccarlo in qualche magazzino. Poichè depositare i barili di greggio acquistati in cantina non è mai una buona idea, ecco che i derivati ci offrono la possibilità di comprare quel bene senza però possederlo realmente. Il mancato possesso fisico elimina tantissimi grattacapi a partire dalla questione deposito in cantina (abbiamo fatto questo esempio per meglio rendere l’idea) fino ai costi aggiuntivi che sarebbe necessario sostenere per lo stoccaggio.

Questo perchè con i derivati, a conti fatti, si negoziano non i barili di petrolio fisico ma il classico “pezzo di carta” che rappresenta un determinato sottostante (oil nel caso del nostro esempio).

Quindi, nonostante il messaggio che, all’epoca della finanziaria del 2008 fu fatto passare allorchè questi strumenti vennero assunti ad esempio della finanza rapace che aveva fatto indebitare gli stati, i derivati sono una componente fondamentale del sistema stesso. Immaginiamo quello che potrebbe succedere se i derivati non ci fossero…

Perchè i derivati proteggono il capitale

Come accennato nella premessa, i derivati sono da sempre considerati un ottimo strumento per proteggere il capitale. Questa loro peculiarità la ritroviamo sia nei grandi contratti (faremo dopo un esempio) che a livello di scelte operative di trading online. Quindi dal generale al particolare, la funzionalità primaria di questi strumenti resta quella di protezione del capitale.

Per quanto riguarda i grandi contratti prendiamo come riferimento il caso di una grande azienda che per la produzione di determinati prodotti ha bisogno di una certa materia prima (ad esempio la Soia). A questa aziende servono forniture costanti e calendarizzate altrimenti addio prodotto. Cosa fa il management di questa azienda per garantirsi la tranquillità? Stipula un contratto derivato con una azienda produttrice in cui vengono riportate le dimensioni della fornitura, le date di consegne e i prezzi applicati di un bene, come la soia, che al momento della firma non è stato neppure ancora prodotto.

Entrambe la parti scelgono di sottoscrivere il contratto che ha come oggetto un bene futuro, per un motivo molto semplice: evitare di subire contraccolpi da una eventuale fluttuazione dei prezzi della soia. Ovviamente si possono creare della situazioni in cui il contratto diventa troppo oneroso per una delle due parti a causa di grandi trasformazioni del costo di riferimento. In questo caso, uno dei contraenti e tutti e due può decidere di cedere il contratto ad un terzo che lo onorerà.

In questo contesto è maturata la trasformazione del derivato in strumento marcatamente speculativo. Oggi è infatti possibile trarre profitto dalla variazione di prezzo del derivato stesso o non più solo del bene sottostante. Il derivato, quindi, diventa protagonista del trading online.

Tirando quindi le somme possiamo dire che: alla funzione di protezione del capitale intrinseca in ogni strumento di tipo derivato, nel corso del tempo, si è affiancata una finalità più prettamente speculativa.

Nei prossimi paragrafi spiegheremo come si possono usare i derivati per proteggere il proprio investimento. Già adesso, per, possiamo anticipare che per trovare i derivati più adatti al proprio scopo non serve andare da un consulente o in banca (e quindi caricarsi di costi). Grazie a broker come Trade Republic questa operazione può essere fatta in autonomia e a zero commissioni.

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Principali tipologie di derivati

Le tipologie di derivati sono tantissime anche perchè a quelli regolamentati delle autorità finanziarie si sommano anche quelli presenti nei mercati OCT (Over the Counter).

Concentreremo la nostra attenzione solo sui primi e questo per un motivo pratico ben preciso: solo i derivati che sono negoziati sui mercati regolamentati presentano caratteristiche standardizzate; per il resto (mercati OTC) c’è molta incertezza e poca chiarezza anche perchè le regole degli stessi sono stabilite dalle parti e possono essere modificate in ogni istante. Giusto per essere chiari i derivati OTC sono quelli strutturati delle banche di investimento e da esse proposte a contraenti che vogliono proteggere taluni loro investimenti.

I più importanti tipi di contratti derivati regolamentati, invece, sono:

  • Futures
  • Opzioni (tra cui i knock-out)
  • Warrant
  • ETF
  • CFD

Tra gli strumenti derivati citati, i più noti sono sicuramente i futures e le opzioni. I primi sono dei contratti a termine che vincolano un soggetto all’acquisto o alla vendita di un bene o servizio ad una data scadenza ed ad un prezzo che è prefissato. Comprando invece un’opzione, l’investitore ha la facoltà di acquistare (o vendere) un certo asset ad un prezzo concordato.

All’occhio dell’investitore inesperto, futures e opzioni potrebbero essere considerati quasi due sinonimi e invece non lo sono, anzi. I futures hanno infatti la natura di un obbligo mentre le opzione sono solo una facoltà. Tra le opzioni più importanti ci sono poi le cosiddette knock-out che fanno parte della categoria delle barrier option e che semplicemente svaniscono nel momento in cui il prezzo dell’attività sottostante è salito fino ad un determinato livello.

Per maggiori informazioni sulle tipologie di contratti (comprese quelle riferite al segmento OTC), rimandiamo alla guida completa sui derivati finanziari.

In questo post ci preme invece insistere sui motivi per cui una quota dei portafogli di investimento dovrebbe essere riservata ai derivati finanziari.

Derivati come strumento di hedging: casi di utilizzo

Ad inizio articolo abbiamo evidenziato il ruolo di protezione del capitale insito nella natura stessa del contratto derivato fin dalle origini.

Parliamo di copertura o hedging in relazione alle situazioni in cui i derivati sono usati per coprire una posizione o una operazione dal rischio di cambio dei prezzi di mercato. Ad inizio post abbiamo fatto l’esempio generale della fornitura di soia da un’azienda produttrice ad un’azienda che invece ha bisogno della soia per produrre un alimento che poi commercializza sul mercato (esempio latte di soia).

Il discorso non cambia adottando il punto di vista dell’investitore il quale dopo aver ad esempio investito su un’obbligazione in valuta che è esposta al rischio di cambio, decide di proteggersi dall’eventualità che i prezzi di cambio possano andare verso una direzione non desiderata, comprando un derivato.

Il nostro investitore così facendo punta a bilanciare le perdite o i guadagni di una certa posizione con i guadagni o le perdite di un’altra posizione. Proprio questa è l’essenza dell’hedging.

Si badi bene che l’hedging viene ritenuta una delle strategie di gestione del rischio maggiormente diffusa soprattutto tra gli investitori a breve e medio termine con l’obiettivo di proteggersi da movimenti di mercato sfavorevoli.

Altro esempio pratico che possiamo fare sempre in relazione all’utilizzo dei derivati come strumento di hedging è quello che riguarda i dividendi. Se il nostro investitore intende proteggere il dividendo di una certa azione dal rischio di deterioramento del prezzo dell’asset, può ricorrere ad una opzione put (come visto le opzioni altro non sono che tipi di derivati).

Acquistando questo strumento, nel caso in cui prezzo dell’azione dovesse salire, l’investitore, che possiede i dividendi, riuscirebbe ovviamente a trarre profitto ma guadagnerebbe anche nel caso in cui il prezzo dell’azione dovesse scendere proprio perchè è titolare di una opzione put. In questo caso la perdita potenziale che strutturalmente presente nel contratto, viene bilanciata con la posizione dell’opzione.

Perchè usare i derivati? Altre funzioni

Oltre alla finalità di copertura, ci sono altre due finalità proprie dell’investimento in derivati: speculazione pure e arbitraggio. La prima consiste nell’assumere un rischio elevato con l’obiettivo di puntare ad un alto profitto. Nell’attività di speculazione viene usato l’effetto leva grazie al quale nel momento in cui il prezzo di un sottostante prende una certa direzione favorevole, il movimento dell’opzione viene aumentato (con maggiore margine di guadagno).

Nel caso dell’arbitraggio, invece, l’investitore tende a sfruttare il disallineamento tra il prezzo del derivato e quello del sottostante (che come noto coincidono alla scadenza del contratto). Obiettivo dell’arbitraggio è trarre profitto dal fatto che c’è una componente momentaneamente sottovalutata e un’altra che invece sopravvalutata. Nel caso dell’arbitraggio la possibilità di guadagnare presenta un livello di rischio molto più basso rispetto a quello della speculazione.

In sintesi: oggi gli investitori retail usano i contratti derivati per tre differenti motivi:

  • bilanciamento delle loro posizioni (hedging)
  • speculazione (più marcata con il ricorso alla leva finanziaria)
  • arbitraggio

Dove comprare i contratti derivati: Trade Republic

Trade republic derivati

Ci sono un’infinità di strade per comprare i contratti derivati che sono scambiati in borsa. Per un trader retail che intende usare strumenti derivati per proteggere il proprio capitale attraverso il meccanismo dell’hedging è però fondamentale poter avere accesso immediato ad una selezione ampia di derivati in modo tale da scegliere (e subito inserire in portafoglio) quegli strumenti più adatti al proprio scopo (esempio proteggersi dal rischio cambio).

In tal senso molto interessante è la proposta di Trade Republic. Questo broker è noto soprattutto per la possibilità di investire in azioni, ETF, criptovalute anche attraverso piani di risparmio automatici. Ebbene Trade Republic da alcuni mesi è aperto anche ai derivati a condizioni molto vantaggiose e competitive.

L’investitore può scegliere tra un’ampia gamma di di warrant, knock-out e certificati a leva su azioni europee e statunitensi (871M) di Societe Generale. Gli asset a disposizione sono tantissimi.

Per agevolare la selezione sono presenti dei filtri sul sito del broker:

  • settori
  • paesi
  • indici

E’ sufficiente impostare questi filtri per avviare la selezione.

Una volta individuato il derivato che si intende acquistare, si può passare all’azione. Il vantaggio di Trade Republic è che l’intera operazione di acquisto può essere effettuata con pochi click a partire dalla registrazione sul sito del broker (qui il link ufficiale).

Tra l’altro non viene applicata alcuna commissione d’ordine su tutti i derivati di Société Générale e quindi viene applicato solo 1 euro come costo esterno per transazioni singole.

Fare trading, poi, è semplicissimo. Ecco i passaggi da eseguire:

  • scelta del sottostante (come detto in precedenza basta usare la funzione di ricerca)
  • Selezione del derivato con inserimento dell’importo
  • Conferma dell’ordine

A questo punto non resta altro da fare che controllare il proprio portafoglio. Con pochi click l’investitore ha inserito dei derivati per bilanciare il rischio insito nella sua strategia.

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