La Banca Centrale Europea (BCE) ha preso provvedimenti per affrontare la recessione economica. Nel frattempo, sono stati pubblicati alcuni dati economici significativi.

simbolo dell'euro e nello sfondo i palazzi della BCE avvolti nel buio

Negli Stati Uniti, la richiesta settimanale di sussidi di disoccupazione è aumentata oltre le aspettative, con 262.000 richieste rispetto alle 249.000 attese e alle 262.000 della settimana precedente. Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, su base annua per maggio, sono aumentate in misura inferiore rispetto alle previsioni, registrando un aumento del 1,6% rispetto al 2,2% atteso e al 1,2% di aprile.

L’indice PhillyFed per giugno è leggermente migliore delle stime, con -13,7 punti rispetto ai -14 attesi, ma è peggiorato rispetto al -10,4 di maggio. Infine, la produzione industriale negli Stati Uniti per maggio è risultata negativa, con una diminuzione dello 0,2% rispetto all’aumento dello 0,1% atteso e allo 0,5% di aprile.

La BCE aumenta ancora i tassi di interesse ma l’inflazione resta alta

Ieri è stata la volta della BCE, che ha aumentato i tassi di interesse di 0,25 punti base, portando il tasso delle operazioni di rifinanziamento principali al 4%, il livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008.

Il tasso sui depositi presso la banca centrale è stato portato al massimo degli ultimi 22 anni, pari al 3,5%. Nonostante l’ottavo aumento consecutivo dei tassi, l’inflazione rimane significativamente al di sopra dell’obiettivo del 2%. Nel frattempo, l’Europa è entrata in recessione, registrando due trimestri consecutivi di crescita negativa.

La BCE ha anche rivisto al rialzo le sue previsioni di inflazione, che raggiungeranno il 2,2% solo nel 2025 (2,3% per l’inflazione core), e ha ridotto le proiezioni di crescita, in particolare per il 2023 e il 2024. Per questi due anni, viene previsto un tasso di crescita del PIL rispettivamente del +0,9% e +1,5%.

Anche nel 2025, si prevede che la crescita economica, stimata al +1,6%, rimanga al di sotto del suo potenziale intorno al 2%. Questa è in netto contrasto con l’approccio di Powell, presidente della Federal Reserve, che ha alzato le stime di crescita del PIL e ridotto quelle di inflazione.

Durante la conferenza stampa, la presidente della BCE, Lagarde, ha sostenuto che la BCE ha ancora molto da fare e che molto probabilmente continuerà ad aumentare i tassi di interesse anche nella prossima riunione di luglio.

Tuttavia, si ritiene che la maggior parte degli aumenti sia già stata attuata e che ci sia un potenziale limitato per ulteriori incrementi significativi. Le pressioni sui prezzi dovrebbero diminuire leggermente nel corso dell’anno, e quindi si prevede che la BCE raggiungerà il suo tasso di interesse terminale a luglio, a meno che non si verifichino improvvisi episodi inflattivi imprevedibili.

Non solo i tassi di interesse sono stati oggetto di intervento, ma anche il portafoglio del Programma di Acquisto di Attività (PAA) della BCE sta diminuendo a un ritmo misurato e prevedibile. Ciò è dovuto al fatto che l’Eurosistema reinveste solo parzialmente il capitale rimborsato dai titoli in scadenza.

Il ritmo di riduzione sarà in media di 15 miliardi di euro al mese fino alla fine di giugno 2023. Il Consiglio direttivo della BCE interromperà i reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023.

Aumentare i tassi di interesse aggraverà ulteriormente la recessione

Tuttavia, c’è un aspetto negativo da considerare in questi provvedimenti. L’aumento dei tassi di interesse di ieri e quello previsto per luglio aggraveranno ulteriormente la recessione, che la BCE ha rapidamente definito come puramente tecnica.

Inoltre, l’aumento del costo del debito dovrebbe peggiorare la qualità dell’esposizione creditizia delle banche, che, nonostante non abbiano subito i problemi riscontrati in altre parti del mondo, è impensabile che non subiscano un deterioramento e/o una contrazione a seguito dell’aumento dei tassi di interesse attuale.

Secondo alcuni analisti, il credit crunch causato dall’aumento dei tassi avrà un impatto sull’intera economia europea, pari a un aumento dei tassi di interesse di circa 25 punti base.

Un aspetto critico che richiede attenta osservazione riguarda le imprese che hanno aumentato i prezzi in risposta all’aumento dei costi. Se nel 2022 alcuni settori come l’agricoltura, l’edilizia, la ristorazione e i trasporti sono stati in grado di trasferire sui consumatori finali l’aumento dei costi mantenendo i loro margini, nel 2023 questo fenomeno sta diminuendo.

Il crescere dei profitti aziendali potrebbe stimolare importanti rivendicazioni salariali che potrebbero superare l’inflazione prevista e vanificare gli sforzi della BCE.

In questo senso, i governi dell’Eurozona dovrebbero giocare un ruolo attivo nel dialogo tra le parti sociali, un compito che non rientra nelle competenze della BCE. In altre parole, se la spirale salari/prezzi dovesse riaccendersi, la BCE sarebbe costretta ad adottare misure ancora più restrittive di quelle attuali.

Le prospettive indicano un atterraggio economico irregolare per l’economia europea, poiché le restrizioni monetarie aggressive dell’anno precedente iniziano a farsi sentire in modo più concreto.

Le recenti turbolenze nel mercato del credito hanno dimostrato che gli aumenti dei tassi di interesse sono sempre dolorosi. I cicli di restrizione monetaria creano ostacoli per il valore degli asset finanziari.

Tuttavia, ad eccezione di Credit Suisse, le grandi banche europee sono in buona forma, con solidi livelli di capitale e alti indici di liquidità. Inoltre, ci si aspetta che i responsabili politici agiscano rapidamente con misure adeguate ad evitare qualsiasi contagio che potrebbe portare a una grave crisi bancaria.

Come investire di fronte all’ennesimo aumento dei tassi di interesse

E per quanto riguarda gli investimenti? Come sostiene l'”oracolo di Omaha”, investire è facile, ma non semplice. Quali strategie dovrebbero essere seguite durante l’aumento dei tassi di interesse? Ecco alcune regole semplici:

  • Investire in società con una forte liquidità: Le aziende che dispongono di liquidità sufficiente possono superare facilmente periodi in cui i tassi di interesse sono più elevati. Poiché non dipendono dalle banche per finanziare i propri investimenti, grazie al flusso di cassa generato, i loro profitti sono meno volatili rispetto alle aziende altamente indebitate. Ciò significa che i prezzi delle azioni di queste società hanno meno probabilità di diminuire, offrendo quindi rendimenti migliori. In altre parole, si dovrebbe considerare di investire in società con un basso rapporto debito/capitale.
  • Investire in obbligazioni a breve termine e/o a tasso variabile: I prezzi delle obbligazioni sono inversamente correlati ai tassi di interesse. Quando i tassi di interesse salgono, di solito i prezzi delle obbligazioni diminuiscono. Maggiore è la durata dell’obbligazione, maggiore sarà la flessione del prezzo. Pertanto, durante i periodi di aumento dei tassi di interesse, gli investitori beneficeranno maggiormente investendo in obbligazioni a breve termine o a tasso variabile piuttosto che in obbligazioni a lungo termine a tasso fisso. Naturalmente, è importante monitorare gli investimenti in obbligazioni per anticipare la fine dell’aumento dei tassi al fine di allungare opportunamente la durata delle obbligazioni.
  • Proteggersi dall’inflazione: I tassi di interesse aumentano durante periodi di inflazione, riducendo così i rendimenti. Gli investitori dovrebbero contrastare l’inflazione attraverso investimenti adeguati. Ad esempio, investire in fondi di debito con breve scadenza, poiché tendono a performare meglio durante gli aumenti dei tassi di interesse. I fondi a durata ultra-breve o a bassa durata, i CFD (Contract For Differences) e i fondi Gilt a breve termine possono essere buone opzioni di investimento in un periodo di tassi ancora in aumento.

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