CROSS EUR-USD STABILE NONOSTANTE IMPENNATA DELLE NON-FARM PAYROLLS USA DI FEBBRAIO

Lieve variazione settimanale negativa per la coppia Euro-Dollaro, in calo di un modesto 0,07% rispetto alla chiusura dell’ ottava precedente. La sessione di Venerdì 9 Marzo, seduta in cui il Dipartimento per il Lavoro statunitense ha reso noto l’ attesissimo dato sulle Non-Farm Payrolls di Febbraio, si è invece conclusa a quota 1,2308, non molto lontana dal minimo a 5 sedute a quota 1,2269.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO

Sul fronte politico-monetario europeo, la scena sul mercato del Forex è stata dominata dal meeting della Banca Centrale Europea, in cui, come da attese, sono stati lasciati invariati i tassi d’ interesse, che sono rimasti fermi allo 0% per quanto riguarda il rifinanziamento principale ed a -0,4% per quanto riguarda quello sui depositi. La novità più importante è emersa nel corso della consueta conferenza stampa post riunione, in cui, per la prima volta dopo l’ avvio del Quantitative Easing, nella consueta nota della BCE è stato rimosso il passaggio in cui si faceva riferimento a possibili incrementi di acquisti di Bond oppure ad eventuali estensioni oltre la scadenza prevista. Il numero uno dell’ Istituto Centrale Europeo, Mario Draghi, ha confermato che il cambio dell’ outlook sul QE è stato deciso all’ unanimità tra tutti i membri del FOMC. In seguito alle novità emerse dal BCE day, la moneta unica europea si è indebolita nei confronti del biglietto verde, poiché che di Quantitative Easing, l’Eurotower ha discusso anche di inflazione, abbassando le attese sul 2019, portandole all’1,4% dal +1,5% della precedente stime, confermando, tuttavia, all’1,7% quelle sul 2020. Il traguardo di un tasso d’ inflazione al 2%, sembra quindi ancora del tutto fuori portata.

Per quanto riguarda il capitolo macro dell’ Eurozona, invece, l’ ottava si è aperta con la lettura migliore delle attese dell’ indice PMI sulle vendite al dettaglio di Febbraio, assestatosi a 52,3 punti, in netto aumento dai 50,8 punti della precedente rilevazione di Gennaio.

Costo della vita nell’ area Euro che stenta a decollare anche secondo il rapporto sulle aspettative di inflazione a lungo termine ( forward breakeven a 5 anni ) , scivolato all’ 1,6934%, sui livelli più bassi degli ultimi tre mesi. Giù anche la lettura dell’ indice Sentix di Marzo. Il termometro che misura le attese sull’ andamento dell’ economia dell’ Eurozona, nel mese in corso, è infatti scivolato a 24 punti, in netto calo dai 31,9 punti della rilevazione mensile precedente. Il consensus degli analisti, invece, indicava un calo più lieve, a quota 30,9 punti. Lettura conforme con le due stime preliminari per il Prodotto Interno Lordo dell’ Eurozona del quarto trimestre 2017, che nella stima finale, ha quindi evidenziato un aumento dello 0,6% sul trimestre precedente e del 2,7%, rispetto allo stesso periodo del 2016.

Cambio euro-dollaro che per gran parte dell’ ottava è stato sostenuto dalle paure di un possibile scoppio di un conflitto commerciale tra Stati Uniti e le grandi potenze mondiali, con in testa la Cina, dopo che Trump ha deciso di imporre dei nuovi dazi doganali sulle importazioni di acciaio ed alluminio. Una decisione quella presa dal numero 1 della Casa Bianca che ha portato alle dimissioni del principale consigliere economico di Trump, Gary Cohn, Biglietto verde che, in quanto ritenuto valuta rifugio, si è indebolito in seguito all’ allentamento della tensione tra Stati Uniti e Corea del Sud, dopo che il presidente statunitense ha accettato di incontrare il presidente nordcoreano Kim Jong-un.

Sul fronte macro a stelle e strisce, invece, le attese erano tutte per la lettura delle Non-Farm Payrolls di Febbraio. Il Dipartimento per il Commercio degli Stati Uniti ha reso noto che il saldo relativo alle buste paga nei settori non agricoli negli Stati Uniti ha evidenziato una forte crescita di ben 313 mila unità, contro le 239 mila unità della precedente stima mensile, e a dispetto delle +205 mila unità pronosticate dagli analisti. Nell’ imminenza della lettura delle NFP, il cross EUR-USD era rimbalzato sui massimi intraday, per poi rimangiarsi tutto il rialzo e chiudere la sessione con una variazione negativa, pari a -0,02%, a causa del rallentamento evidenziato dalla lettura dei compensi orari e dal tasso di disoccupazione. I salari orari statunitensi a Febbraio sono cresciuti meno delle attese, evidenziando un +0,1%, contro il +0,2% indicato dal consensus, ed in discesa anche rispetto al +0,3% della precedente lettura del mese di Gennaio. Stabile al 4,1% il tasso di disoccupazione, mentre le aspettative degli analisti, erano per una lieve contrazione al 4%. La frenata della crescita dei salari e la stabilità del tasso di disoccupazione hanno indebolito le pressioni inflazionistiche emerse nella precedente stima mensile, che prospettavano un’ accelerazione sulla tempistica di aumento dei tassi d’ interesse da parte della FED.

Il National Employment Report, come di consuetudine, era stato anticipato dal rapporto elaborato dalla società ADP, che invece aveva indicato un aumento degli occupati nel settore privato pari a +235 mila unità, contro le 200 mila unità attese indicate dagli analisti, ma tuttavia in calo rispetto alle 244 mila unità ( riviste al rialzo da 235 mila unità ) della precedente stima di mensile di Gennaio.

La sfilza di dati macro arrivati da oltreoceano aveva avuto inizio con lettura dell’indice PMI servizi di Febbraio, che secondo la stima finale elaborata da Markit ha evidenziato un aumento a 55,9 punti, dai 53,3 punti di Gennaio, come risultava dalla lettura flash. In discesa, rispetto alla lettura preliminare, invece, il dato relativo alla lettura del PMI composito, corretto da 55,9 punti a 55,8 punti, ma in deciso aumento rispetto ai 53,9 punti della lettura mensile precedente.

Segno “ meno “ per l’ indice ISM non manifatturiero del mese scorso, scivolato a 59,5punti dai 59,9 punti di Gennaio. Il consensus degli analisti, invece, dava un calo più accentuato, a 59 punti. Il sotto-indice dell’ attività delle imprese, ha invece evidenziato un rialzo a 62,8 punti, dai 59,8 punti della precedente mensilità. La voce relativa ai nuovi ordini è balzata sui massimi dal 2005, schizzando a 64,8 punti, dai 62,7 punti di Gennaio.

Brusca battuta d’ arresto per gli ordinativi industriali, che a Gennaio, secondo la stima diffusa dal Bureau of the Census, sono calati dell’ 1,4%, in discesa dal +1,8% della precedente rilevazione mensile. Frenano decisamente anche gli ordini di beni durevoli di Gennaio, in flessione del 3,6% su base mensile. Nella versione “ Core “, al netto della categoria volatile dei trasporti, il calo è stato dello 0,3%, su base mensile.

Continua a deludere la Bilancia Commerciale USA, che nel mese di Gennaio ha evidenziato un saldo negativo per 56,60 miliardi di dollari, in crescita dai -53,90miliardi di dollari della stima di Dicembre. Lettura peggiore delle indicazioni degli analisti, che invece avevano pronosticato un rosso minore, pari a -52,60 unità.

La consueta stima settimanale relativa alle richieste di mutui ipotecari negli USA, rilasciata dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nell’ ottava che si è conclusa il 3 Marzo, ha evidenziato un progresso dello 0,3%, in frenata rispetto al +2,7% della precedente lettura.

Crescono anche le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, che nella settimana terminata il 3 Marzo, si sono portate a 231 mila unità, in aumento di 21 mila unità, rispetto alle 210 mila unità della precedente stima settimanale. Le attese degli analisti ,invece, davano un incremento minore, pari a +220 mila unità. Il totale dei richiedenti sussidio, al 24 Febbraio, invece, è diminuito a 1,870 milioni di unità, da 1,934 milioni di unità della fine dell’ottava precedente. La media del consensus era pari a 1,919 milioni di unità. La media mensile, indicatore più stabile dello stato di salute del mercato del lavoro, poiché meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali, ha invece evidenziato una crescita di 2 mila unità a 222.500 unità.

L’ ottava macro statunitense ha chiuso i battenti con la diffusone del dato relativo alle scorte all’ ingrosso, che nella stima finale di Gennaio hanno evidenziato un aumento dello 0,8%, contro il +0,7% della lettura preliminare ed il +0,4% della rilevazione del mese di Dicembre.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, nonostante le fisiologiche prese di beneficio, consolida sopra l’ ex resistenza divenuta supporto, in area 1,20, facendo pertanto diminuire le probabilità di assistere ad un ritorno in area 1,16-1,165, supporto di medio periodo di fondamentale importanza. La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).

In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 ha generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al ribasso, quindi, area 1,18 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,16 in un primo momento e successivamente in area 1,14.

Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,16. La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22 e successivamente prendere profitto verso l’ obiettivo finale posto in area 1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo cercano di scaricarsi dall’ ipercomprato. Per il proseguo del rialzo, dopo il salutare pull-back in area 1,22, sarebbe salutare continuare a consolidare sopra quest’ ultimo livello o mal che vada non cedere sotto area 1,20, poiché le quotazioni potrebbero avvitarsi ulteriormente verso il basso, in area 1,8-1,16.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Buona la performance settimanale realizzato dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha preso profitto su 3 obiettivi pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

Lo strategia Long consiglia di aprire posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,2341; Target Price individuati in area 1,255 ed 1,2417; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,2294. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,2417, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,2446 ed 1,2493; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,2337 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,2493, per tentare di prendere profitto in area 1,2523 ed 1,2571, estesa ad 1,2609; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,2397 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,201, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,2095 ed 1,213, estesa ad 1,216; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,1935 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia Short, invece, suggerisce di attivare posizioni al ribasso, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,2294; Target Price attesi in prima battuta a 1,224 e successivamente a 1,222; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,2341 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,222 per sfruttare possibili cali in area 1,219 ed 1,216; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,2294 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,216 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,213 ed 1,2095, estesi ad 1,201; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,222 in close orario.

Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2609 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,2523 ed 1,2493, estesi a 1,2446; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,2686 in chiusura di candela oraria o daily.

Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,18, fissando il Target Price in area 1,20-1,205. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,165 in chiusura di candela giornaliera.

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