Quando si investe in borsa è molto importante saper scegliere i titoli azionari su cui investire. Questa selezione viene comunemente chiamata in inglese stock selection.

Il numero dei titoli azionari disponibili sulle maggiori borse mondiali è enorme, per questo motivo serve un metodo per poter filtrare la ricerca e arrivare a un ristretto numero di azioni da considerare.

Quali sono i criteri che un investitore dovrebbe seguire prima di scegliere i titoli azionari da inserire nel proprio portafoglio? Una buona analisi fondamentale permette infatti una scelta oculata dei titoli azionari che potrebbe garantire profitti maggiori.

Scegliere i titoli azionari: capitalizzazione

La prima fase della scelta dei titoli azionari su cui investire potrebbe essere valutare la capitalizzazione delle società quotate. La dimensione infatti è importante dal punto di vista di potere del marchio. Un’azienda molto grande tenderà ad imporsi sul settore di mercato dove opera proprio grazie alla sua dimensione.

Negli Stati Uniti le aziende con maggiore capitalizzazione hanno ottenuto performance migliori, fatto che però non avviene con la stessa frequenza in Italia. Il criterio quindi non può essere universale, ma molti investitori lo tengono in considerazione.

Infatti un’azienda a media capitalizzazione, ossia una mid cap, potrebbe avere una crescita molto alta se si dovesse rivelare il nuovo gioiello del suo settore.

In questo caso il fattore soggettivo è rilevante e starà all’investitore scegliere se investire in società con alta, media o bassa capitalizzazione.

Selezionare i titoli azionari: redditività del capitale

Un parametro fondamentale per la scelta dei titoli azionari da inserire nel proprio portafoglio è la redditività del capitale proprio. In inglese essa viene tradotta con Return on equity, ovvero il Roe. Quest’ultimo esprime il rapporto fra risultato e il patrimonio netto di una società. Il Roe misura sostanzialmente gli utili di un’azienda.

Una società con alta redditività può comportare anche la crescita del prezzo delle azioni in borsa, ma soprattutto consente al titolo di resistere meglio a eventuali crisi economiche o del settore.

Investire in aziende quotate con un Roe alto può portare quindi sia a garanzie più alte di guadagni, ma anche minor frequenza di crolli in borsa.

Non è una norma, ma spesso le società con alta redditività hanno ottenuto performance maggiori rispetto a quelle che registrano utili meno corposi. Da considerare anche che a causa di una trimestrale negativa, ovvero registrando perdite, il titolo azionario può subire ribassi anche per più sessioni.

Selezionare i titoli azionari: rapporto prezzo/utile

Un altro parametro da valutare nella selezione delle azioni da comprare è il rapporto prezzo/utile, definito anche P/E, che sta per price/earnings. Esso indica il rapporto fra il valore dell’azione della società quotata e l’utile ottenuto dall’azienda per ogni sua azione, quest’ultimo è denominato EPS, acronimo di earnings per share.

Un basso rapporto P/E potrebbe portare a una flessione degli utili futuri della società e di conseguenza il titolo potrebbe deprezzarsi. I titoli azionari con un rapporto prezzo/utile superiore a 15 solitamente sono quelli che ottengono una maggiore performance in borsa.

I titoli azionari che invece hanno un rapporto P/E compreso fra i valori di 0 e 15 sono considerati convenienti nel breve termine, ma rischiosi nel lungo periodo. Le società con un rapporto sotto lo zero sono invece società in perdita e investire su di queste potrebbe essere rischioso.

Scegliere i titoli azionari: rapporto prezzo/valore contabile

Un altro criterio utile su come valutare le azioni in borsa è il rapporto prezzo/valore contabile, espresso anche con P/BV, che sta per price/book value. Esso non è altro che il rapporto tra il prezzo del titolo azionario e il valore del patrimonio netto ottenuto dall’ultimo bilancio d’esercizio.

Se il prezzo delle azioni è inferiore al valore della società non significa necessariamente che il titolo in borsa debba crescere, ma può essere un indicatore. Infatti se la società fosse in perdita difficilmente il valore del titolo azionario potrebbe crescere anche se il P/BV fosse basso.

Scegliere i titoli azionari: dividendi

Un investitore non può fare a meno dal considerare il dividend yield, ovvero il rapporto dividendo/prezzo. Esso indica il rapporto fra l’ultimo dividendo che la società quotata ha distribuito e il valore del titolo azionario. Il dividend yield soprattutto indica quanto un’azienda ha pagato sotto forma di dividendi gli azionisti nel corso dell’ultimo anno.

Se una società riesce a distribuire dividendi significa che è economicamente sana. Per tale ragione le aziende quotate che distribuiscono dividendi sono prese in considerazione dagli investitori. Come nel resto dei parametri anche questo non può considerarsi una regola universalmente valida.

Infatti una società che offre alti dividendi sostanzialmente rinuncia a quel denaro, che avrebbe potuto usare per fare investimenti volti alla crescita della società. Può certamente anche capitare che una società ha un fatturato talmente alto che è in grado sia di distribuire dividendi sia di fare investimenti.

Scegliere i titoli azionari: rating e target price

Le banche d’affari e le agenzie di rating quotidianamente pongono dei giudizi o delle raccomandazioni sui titoli azionari, seguiti dalla motivazione. Sebbene la fiducia in questi istituti bancari sia vacillata dopo la crisi del 2008, oggi molti investitori seguono le loro indicazioni nella scelta dei titoli azionari da inserire nel proprio portafoglio.

Oltre al giudizio, le banche d’affari e le agenzie di rating fissano un target price, ovvero un prezzo obiettivo. Quest’ultimo è il prezzo previsto dell’azione analizzata solitamente nell’arco di 12 mesi. A redigere questi report sono esperti del mondo della finanza.

Fra gli istituti di questo tipo possiamo citare per esempio Standard & Poor’s, Moodys, Jp Morgan, Goldman Suchs, Morgan Stanley. Fra quelli italiani più influenti troviamo Mediobanca, Banca Imi, Banca Akros ed Equita Sim.

Non si deve prendere per oro colato tutto ciò che questi istituti annunciano per varie ragioni. Innanzitutto sono costituiti da persone umane e quindi possono sbagliare. In secondo luogo queste banche d’affari potrebbero avere degli interessi a fissare determinati target price o a porre specifici rating.

Standard & Poor's fissò alla Lehman Brothers rating A, considerato valore alto. La banca diventerà famosa per essere fallita nel settembre del 2008 dando il via alla crisi economica.

Titoli azionari: CFD

La sigla CFD è l’acronimo di Contract for Difference, tradotto in italiano in “Contratti per Differenza“.

Grazie a questo strumento finanziario è possibile trarre profitto dalla differenza fra il valore iniziale di un titolo azionario e il valore al termine dell’operazione aperta dal trader. In questa maniera è possibile posizionarsi sia long, ovvero prevedendo un rialzo del titolo, sia short, ossia sostenendo invece un suo ribasso.

Infatti i CFD replicano l’andamento del valore del titolo azionario, senza che il trader lo possegga direttamente.

I CFD fanno parte del mercato non regolamentato, chiamato in inglese over the counter o più brevemente OTC. Per questo motivo questo strumento finanziario non è soggetto alle restrizioni della Consob sulla vendita allo scoperto, in inglese short selling.

La particolarità dei CFD è senza dubbio la presenza della leva finanziaria, che permette di aumentare i propri profitti. Essa rende il trading accessibile a tutti perché operare con una piccola somma di denaro diventa possibile, dal momento che quest’ultima subisce l’effetto della leva.

La leva finanziaria può essere però molto pericolosa perché anche le perdite aumentano proporzionalmente e il capitale investito potrebbe quindi essere a rischio. 200€ infatti con una leva fissata a 1:100 diventeranno 20.000€ e sia i guadagni che le perdite dovranno essere relazionate a quest’ultimo importo.

Leggi anche: Come far rendere i propri risparmi col trading CFD

Titoli azionari: CFD o possesso

Sia per i CFD sia per il metodo classico è necessaria l’intermediazione di un istituto terzo. Nel primo caso è infatti necessaria l’intermediazione di un broker, nel secondo caso invece di una banca.

Con il possesso diretto delle azioni il capitale investito non sarà a rischio, a meno di un fallimento della società quotata. L’investimento infatti non subisce l’effetto della leva finanziaria e le spese di mantenimento dei titoli azionari nel proprio portafoglio sono basse o talvolta nulle. Possedendo titoli azionari si riceverebbero i dividendi e l’investitore diventerebbe socio. Inoltre in caso di partecipazione elevata egli potrebbe avere il diritto di voto alle assemblee degli azionisti.

 

I trader che investono attraverso i CFD sui titoli azionari hanno costi maggiori per mantenere una posizione aperta più giorni. Molti broker infatti detraggono una piccola percentuale proprio per tenere aperta la posizione. Questo processo viene chiamato anche finanziamento overnight.

Dopo molto tempo questo importo potrebbe diventare esoso e ciò porta il trader che opera con i CFD a operare nel breve-medio periodo. Nel momento in cui le società staccano i propri dividendi anche chi ha una posizione long sulle azioni dell’azienda in questione tramite i CFD riceverà la sua quota. In caso di posizione short aperta invece la quota verrà detratta.

Titoli azionari: CFD su IQ Option

Fra i vari broker che offrono la possibilità di fare trading sui titoli azionari tramite i CFD troviamo IQ Option.

Il trading CFD su questa piattaforma è molto facile, l’utente deve semplicemente fare una previsione sull’andamento futuro del prezzo dell’azione scelta, scegliere l’importo da investire e comprare i contratti.

Se la previsione sul movimento del valore dovesse essere giusta, il trader avrà un guadagno in relazione alla differenza fra il valore corrente del titolo azionario e il valore dello stesso alla scadenza del contratto. Se invece l’operazione dovesse andare nella direzione opposta, il trader perderà lo stesso importo.

Quali sono i vantaggi del trading con CFD sui titoli su IQ Option? Innanzitutto è presente una commissione molto bassa che consente l’esperienza di trading accessibile a tutti.

In secondo luogo il broker offre l’opportunità di chiudere le operazioni in un qualsiasi momento. La piattaforma inoltre ha una grande quantità di titoli azionari tra i più popolari al mondo come Tesla, Facebook, Google, Starbucks, Apple, Amazon e così via.

Infine il broker permette ai trader di poter fare ordini automatici di apertura e chiusura delle operazioni. Così se si vuole comprare un titolo azionario da un valore inferiore per ottimizzare i guadagni è possibile farlo senza dover seguire minuziosamente il trade del titolo selezionato di fronte al computer. Stesso accade per la chiusura delle operazioni.

Può quindi succedere che un trader faccia partire un ordine e quando riaccende il monitor l’operazione si è già conclusa automaticamente. Chiaramente questo può accadere sia per le operazioni in attivo che in passivo.

Esiste anche la possibilità di fare pratica sui mercati finanziari su IQ Option con una piattaforma demo totalmente gratuita. Grazie a questa si potrà investire denaro finto nel mercato reale per capirne i funzionamenti e fare trading senza alcun rischio.

Chi volesse già iniziare a fare trading senza utilizzare prima la piattaforma demo, è libero di farlo con un deposito minimo di 10€. L’investimento minimo è invece pari a 1€.

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Titoli azionari: CFD su eToro

Sulla piattaforma di eToro è possibile fare trading tramite i CFD, strumento diventato negli anni molto popolare soprattutto per i vantaggi offerti dalla leva spiegati precedentemente. Su eToro c’è un vantaggio ulteriore, infatti il broker non applica commissioni sull’apertura o sulla chiusura delle posizioni, ma ottiene il suo guadagno principalmente dallo spread che fa pagare ai clienti, che varia a seconda dell’asset finanziario scelto.

Come IQ Option, anche eToro consente la compravendita di titoli azionari con una’ampia disponibilità, i titoli infatti provengono dalle borse nazionali più influenti del mondo. Il broker permette una leva finanziaria sui titoli azionari che varia da 1:2 a 1:5. Le società su cui si può investire su eToro sono quotate nelle seguenti borse:

  • New York (Wall Street)
  • Francoforte
  • Parigi
  • Madrid
  • Milano
  • Zurigo

Sulla piattaforma di eToro si può anche fare trading CFD direttamente sugli indici azionari con una leva che varia da 1:2 a 1:100 potendo sia prevedere il rialzo sia il ribasso degli indici sopraelencati. Sarà quindi possibile posizionarsi longo o short sul FTSE MIB italiano o sul DAX di Francoforte e così via.

Come nel Forex o in altri asset, su eToro la funzione di copy trading è attiva anche per quanto riguarda i titoli azionari o gli indici presenti nella lista precedentemente mostrata.

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