CAMBIO EURO-DOLLARO TESTA I MINIMI DI PERIODO DOPO I MEETING DI BCE E FED

Settimana all’ insegna della debolezza per il cross EUR-USD che ha lasciato sul terreno l’ 1,35%,chiudendo gli scambi di Venerdì 15 Giugno a quota 1,161, tuttavia in risalita dal minimo a cinque sedute toccato a quota 1,1543. Dopo un principio di ottava in cui la coppia si era spinta sui massimi ad un mese, spingendosi fino ad un top a quota 1,1852, le vendite hanno avuto nuovamente il sopravvento sostenute da quanto emerso nel corso delle riunioni prima della Federal Reserve e successivamente della Banca Centrale Europea.

LE NEWS PIU’ IMPORTANTI PER LE QUOTAZIONI DELCAMBIO EURO-DOLLARO

L’ andamento decisamente negativo del cambio Euro-Dollaro è stato principalmente causato dalle decisioni della BCE, che in sostanza ha lasciato invariati i tassi d’ interesse, rendendo noto che rimarranno stabili almeno fino all’ estate del 2019, mentre il piano di Quantitative Easing rimarrà esteso fino al 31 Dicembre di quest’ anno e procederà al ritmo di 15 miliardi euro di acquisti di asset, che verranno sospesi definitivamente soltanto dal primo gennaio del prossimo anno. A fine QE i proventi degli investimenti in obbligazioni saranno reinvestiti per supportare la liquidità. Nel corso della consueta conferenza stampa post-riunione, il governatore Mario Draghi ha riconosciuto il rallentamento della crescita nell’ Eurozona, a cavallo tra l’ ultimo trimestre del 2017 ed il primo trimestre di quest’ anno, e per questo motivo ha dichiarato che l’ istituto centrale di Francoforte si riserva la possibilità aggiustare in qualsiasi momento tutti i propri strumenti per raggiungere i target prefissati. La BCE ha inoltre rivisto al rialzo le attese sull’ inflazione di quest’ anno e del 2019, portandole all’ 1,7% per entrambe le annate, rispetto all’1,4% indicato a Marzo. Confermata, sempre all’ 1,7% la stima per il 2020.

Meno incisivo sulle quotazioni della coppia EUR-USD, invece, l’ atteso aumento dei tassi d’ interesse Fed Funds deciso dall’ istituto centrale statunitense che, come ampiamente scontato dal mercato, sono stati aumentati di un quarto di punto, passando all’ 1,75-2%. Il numero 1 della FED, Jerome Powell, nel corso della conferenza stampa post-meeting ha rivelato che la decisione di alzare i tassi per la seconda volta quest’ anno è stata presa all’ unanimità. Powell ha affermato che crescita dell’ economia statunitense è solida ed ha comunicato inoltre che la decisione del board operativo di alzare le stime sul PIL di quest’ anno, dal 2,7% al 2,8% ed al contempo di correggere al ribasso quelle sulla disoccupazione, viste in calo al 3,6% per il 2018 ed al 3,5% per il prossimo anno, contro il 3,8% ed il 3,6% precedentemente stimati. L’ impressione, quindi, è che la Federal Reserve manterrà fede alle precedenti indicazioni, prevedendo altre due manovre al rialzo entro la fine dell’ anno, orientativamente nelle riunioni di Settembre e Dicembre.

Inizio di ottava poco mosso per la coppia Euro-Dollaro, su cui ha pesato negativamente la debole lettura dell’ indice ZEW dell’ Eurozona. Secondo il consueto report elaborato dallo Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, il termometro delle aspettative di crescita nell’ area Euro, a Giugno, è sceso a -12,6 punti, dai 2,4 punti della stima di Maggio. L’ indicatore viene stilato attraverso le indicazioni riferite da 350 esperti del settore finanziario.

Euro giù dopo il calo fatto registrare dalla produzione industriale di Aprile nell’Eurozona, in calo dello 0,9% su base mensile, mentre le attese erano per una discesa più contenuta a-0,7% . Eurostat ha inoltre rivisto al rialzo la stima di Marzo, portandola a +0,6% dal +0,5% della prima comunicazione. Il dato su base annua, invece, ha evidenziato una crescita dell’1,7%, ma meno del+2,5% indicato dagli analisti. Rivista al rialzo anche la stima su base annua di Marzo, passata da +3% a +3,2%.

Lettura in crescita per il saldo dei nuovi occupati nella zona Euro, che nel primo trimestre dell’ anno ha evidenziato un aumento dello 0,4%, in aumento dal +0,3% degli ultimi tre mesi del 2017. Su base tendenziale l’ occupazione è aumentata dell’1,4%, frenando rispetto al +1,6% dell’ ultimo trimestre 2017.

Cambio Euro-Dollaro in lieve recupero dopo la conferma all’1,9% della stima preliminare dell’ indice dei prezzi al consumo nell’ Eurozona. La lettura finale rivelata da Eurostat accelera nettamente rispetto al +1,3% di Aprile, a sua volta corretta da +1,2% precedentemente comunicato. L’ indice “ Core “, calcolato al netto delle componenti più volatili, quali energia, cibo, alcool e tabacco, ha invece fatto registrare, come da stima preliminare, un aumento su base tendenziale dell’ 1,1%, in crescita dal +0,7% della rilevazione di Aprile. L’ istituto di statistica europeo ha inoltre reso noto che i salari nell’ Eurozona, nel terzo trimestre, sono aumentati dell’1,8%, in crescita dal +1,6% degli ultimi tre mese del 2017. In crescita anche il costo del lavoro, in aumento del 2%, nonché maggior incremento dall’ ultimo trimestre del 2012.

Rallenta la bilancia commerciale dell’area Euro, che pur mantenendo un ottimo surplus, pari a+18,1 miliardi di euro, si è rivelata inferiore ai +19,8 della precedente lettura mensile. I pronostici degli analisti, invece, si spingevano fino ad un avanzo di 20 miliardi di euro.

L’ ottava macro negli USA ha esordito dal balzo fatto registrare dall’ indice dei prezzi al consumo del mese di Maggio, cresciuto del 2,8% su base annua, dal +2,5% della precedente stima di mensile. Per l’indice dei prezzi al consumo della prima economia mondiale si è trattato del valore più elevato dal 2012. L’ aumento su base mensile, invece, è risultato dello 0,2%. Il Dipartimento per il Commercio statunitense ha inoltre reso noto che l’ IPC Core, al netto delle componenti volatili quali energia ed alimentari freschi, ha messo in luce un incremento del 2,2%, dal +2,1% della precedente stima mensile. L’ aumento maggiore dei prezzi ha riguardato il comparto auto ed costi per le spese sanitarie, mentre è diminuito il prezzo del gasolio. L’ indice di spesa personale per il consumo, al netto delle spese per cibo ed energia, ha invece evidenziato un aumento dell’1,8% su base annua.

Nuova flessione settimanale per il saldo dei mutui ipotecari negli USA, che secondo la consueta stima elaborata dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nell’ ottava che si è conclusa l’ 8 Giugno sono diminuiti dell’1,5%, in netto calo dal +4,1% della lettura della settimana precedente.

Variazione mensile positiva per l’ indice grezzo dei prezzi alla produzione, aumentati dello 0,5%, dal +0,1% del mese di Aprile, battendo i pronostici degli analisti, che avevano indicato un aumento più contenuto, a +0,3%. Su base annua l’ indice PPI ha invece evidenziato un +3,1%, salendo oltre il +2,8% atteso dagli analisti. La lettura “ Core “, filtrata da prodotti alimentari ed energetici ha invece messo in luce un aumento dello 0,3% m/m ( attese +0,2% ) e del 2,4% a/a ( attese +2,3% ).

Scende oltre le attese il saldo relativo alle nuove richieste settimanali di sussidio di disoccupazione, che nella settimana terminata il 9 Giugno si è assestato a 218 mila unità, in flessione di 4 mila unità rispetto alla stima della precedente ottava. Gli analisti, invece, avevano indicato un aumento di mille unità, a 223 mila unità. Il Dipartimento per il Lavoro ha inoltre reso noto che il totale dei richiedenti sussidio, al 2 Giugno, è invece calato a 1,697 milioni di unità, da 1,746 milioni di unità della precedente stima, a sua volta corretta al rialzo da 1,741 milioni di unità della lettura flash. Le indicazioni degli analisti erano per un calo più contenuto, a 1,732 milioni di unità. La media mobile mensile, indicatore più veritiero rispetto alle singole rilevazioni settimanali, si è invece assestata a 224.250 unità, in discesa di 1.250 unità rispetto alla precedente rilevazione settimanale.

Segno “ più “ per le vendite al dettaglio negli USA, aumentate dello 0,8% nel mese di Maggio, in crescita dal +0,4% ( corretto da +0,3% ) della precedente lettura mensile. Il dato, al netto della componente trasporti ha invece fatto registrare un aumento dello 0,9% m/M, a dispetto del +0,5% indicato dagli analisti e del +0,4% della precedente rivelazione mensile. Vendite al dettaglio che al netto delle spese per carburanti hanno evidenziato un balzo dello 0,8%, dal +0,3% di Aprile, mentre le aspettative del mercato erano per una crescita dello 0,4%.
Come da attese, le scorte delle imprese negli USA, nel mese di Aprile sono aumentate dello 0,3%, mentre i prezzi delle importazioni a Maggio hanno evidenziato una crescita dello 0,6%, in linea con la precedente lettura mensile, ma in progresso rispetto al +0,5% delle attese.

Inversione di tendenza per la produzione industriale negli USA, che dopo il rialzo dello 0,9% messo a segno ad Aprile ha fatto registrare una contrazione dello 0,1%. Deluse anche le attese degli analisti che erano per un rallentamento a +0,2%. La capacità di utilizzo degli impianti invece è calata al 77,9%, mentre le attese erano per una lettura pari al 78,1%. Lontano ancora il livello pre-recessione che si manteneva con costanza oltre l’80%.

Cresce la fiducia dei consumatori negli USA, che secondo la stima elaborata dall’ Università del Michigan a Giugno ha evidenziato un progresso a 99,3 punti, in salita dai 98 punti di Maggio. Le aspettative degli analisti, invece, erano per un aumento più contenuto a 98,5 punti. balzo in avanti anche per il sotto-indice delle condizioni attuali, in progresso a 117,9 punti, di 111,8 punti dello scorso mese. Le indicazioni degli analisti invece erano per una crescita meno evidente, a 113 punti. il termometro che misura le aspettative dei consumatori, invece, si è assestato a 87,4 punti, in flessione dagli 89,1 punti di Maggio. Il consenso del mercato invece era per una continuazione del trend positivo, a 89,7 punti.

Cresce sui top degli ultimi 8 mesi il termometro dell’ attività manifatturiera USA. La stima di Giugno dell’ indice Empire State si è infatti assestata a 25 punti, in salita dai 20,1 punti di Maggio. Battute le attese degli analisti, che invece avevano indicato una lieve flessione a 19 punti.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la seconda parte del 2017 ed i primi tre mesi del 2018. Dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,20, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto di medio periodo in area 1,18 ,che ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Novembre 2017 in area 1,15.

La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 ha in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente ha saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25.

Al ribasso, quindi, area 1,18 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura ha già causato la discesa in area 1,16-1,15. Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,16. La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22 e successivamente prendere profitto verso l’ obiettivo finale posto in area 1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo si sono scaricati dall’ ipercomprato. Per il proseguo del rialzo, dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15, sarebbe opportuno continuare a consolidare sopra quest’ ultimo livello o mal che vada non scendere sotto area 1,15, in chiusura settimanale, poiché le quotazioni potrebbero avvitarsi ulteriormente verso il basso, mutando il quadro grafico di medio-lungo periodo in negativo.

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Ottimo il bilancio settimanale fatto registrare dal nostro trading system con sottostante la coppia Euro-Dollaro, che ha preso profitto su 6 dei 7 obiettivi pronosticati dalla strategia Short: 2 nella versione Intraday e 4 nella versione Over, nonché sui 2 target price indicati dalla strategia Long Intraday.

Lo scenario Long consiglia di attivare posizioni al rialzo nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria maggiore di 1,164; Target Price individuati in area 1,1668 ed 1,1712; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1595. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1712, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,174 ed 1,1785; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,164 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1785, per tentare di prendere profitto in area 1,1812 ed 1,1858, estesa ad 1,1931; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,11712 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1322, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1365 ed 1,141, estesi ad 1,148; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,125 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

Lo scenario Short, invece, suggerisce di attivare posizioni al ribasso, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,1595; Target Price attesi in prima battuta a 1,1551 e successivamente a 1,1524; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,164 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1524 per sfruttare possibili cali in area 1,148 ed 1,1436; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1595 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1436 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,141 ed 1,1365, estesi ad 1,1322; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1524 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1931 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1858 ed 1,1812, estesi a 1,1785; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,20 in chiusura di candela oraria o daily.

 

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