Le politiche monetarie possono naturalmente influenzare in misura incisiva le evoluzioni sui cambi valutari. Ma in che modo le banche centrali annunciano le loro decisioni politiche? E che cosa devono attendersi gli analisti?

Abbiamo già discusso, nel recente passato, di come la politica monetaria della banca centrale possa influenzare il tasso di cambio della moneta nazionale rispetto alle monete estere. Tuttavia, in tali sedi non abbiamo affrontato un tema decisivo: in che modo una banca centrale comunica la sua decisione sulla politica? E che cosa succede poi?

Di norma quando un presidente o un governatore della banca centrale assume una posizione, la rende nota attraverso un comunicato che può determinare un vasto movimento dei prezzi sul mercato valutario. Ecco perché i discorsi dei numeri 1 di Bce, Fed, BoE, Boj & co. sono attentamente seguiti dagli analisti, ed ecco perché l’intero mondo finanziario concentra la sua attenzione su di loro, in cerca di indizi sul futuro della politica monetaria, domandandosi se rimarrà sull’attuale corso o se vi saranno delle modifiche e degli adeguamenti da fare.

Gli interventi delle banche centrali

In tale ambito, si noti come le banche centrali siano molto ben organizzate in termini di comunicazione verso il mercato, valutato anche che possono vantare un predeterminato programma di riunioni da parte dei rispettivi comitati di politica monetaria, discorsi o altre comunicazioni da parte di presidenti e funzionari, e così via.

In merito, è certo che gli interventi ricorrenti da parte dei responsabili delle politiche monetarie delle banche centrali, e soprattutto dei funzionari di alto livello, siano esaminati in maniera estremamente attenta dagli analisti di mercato e dagli investitori, e siano soprattutto “tradotti” e interpretati ad uso e consumo di tutti.

È infatti molto raro che il governatore o il presidente di una banca centrale si “sbilanci” in maniera eccessiva sul da farsi, con la conseguenza che dopo le sue affermazioni una pletora di società di analisi e di osservatori indipendenti si sforza a trascrivere le conclusioni in un modo più interpretabile, chiarendo così le intenzioni (spesso, non dette) della banca centrale.

E per quanto riguarda i trader, spesso all’oscuro di quel che accade dietro le scrivanie delle banche centrali? In questo caso, rimane poco da fare: guardare con attenzione ai comunicati dagli istituti centrali e, successivamente, leggere con altrettanta attenzione le interpretazioni degli analisti, che aiuteranno loro a decifrare l’annuncio della banca centrale.

Un esempio della necessità di tradurre in concretezza i vaghi annunci dei governatori e dei presidenti non è certo difficile da trovare. Mario Draghi, l’ex numero 1 della Bce, confermò che gli sforzi accomodanti della politica monetaria dell’Eurotower sarebbero stati garantiti per un “periodo prolungato”. Ma che cosa si deve intendere con “periodo prolungato”?

Nessuno può naturalmente stabilirlo con certezza. Tuttavia, quel che è noto è che in genere una dichiarazione di qualsiasi rappresentante della banca centrale è da assumersi con particolare congruità e cautela, cercando di tradurre in termini e in condizioni reali tali spunti.

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Nessuna informazione “diretta”

Se quanto sopra è sufficientemente chiaro, dovrebbe esserlo anche il fatto che una banca centrale di norma non produce “notizie dirette”, perché ancora non sa come l’economia reagirà alle sue azioni di politica monetaria e quali tendenze i dati macroeconomici riveleranno. Insomma, se una banca centrale dovesse annunciare oggi che aumenterà i tassi di interesse, ma domani un dato economico deludente dovesse sfortunatamente uscire, allora i responsabili delle banche dovrebbero fare un passo indietro e affermare che nessuna azione sarà intrapresa. Facile, a quel punto, immaginare quali potrebbero essere le conseguenze per i mercati: un disastro!

Anche per questo motivo i responsabili politici della banca centrale devono essere al 100% consapevoli delle prospettive in esame, e per tale ragione è ben comprensibile che preparino con grande attenzione i mercati globali alle proprie decisioni, cambiando gradualmente il tono degli annunci.

Un’altra circostanza di cui i trader dovrebbero essere pienamente consapevoli, è la tipica volatilità del mercato durante l’annuncio di una decisione politica. Nel caso in cui una banca centrale presenti una decisione (o una dichiarazione), diversa dalle aspettative e dal sentimento complessivo del mercato, ciò potrebbe infatti determinare notevoli mutamenti dei prezzi.

Naturalmente, esiste sempre una possibilità che una banca centrale possa cambiare il proprio parere sulle prospettive economiche, modificare le proprie aspettative e rivedere le sue previsioni sui principali punti di dati macroeconomici (come l’inflazione, il PIL , le vendite al dettaglio). E proprio durante questo periodo i trader devono diventare più attenti, sforzandosi di controllare al meglio il proprio rischio e rivalutare se entrare in nuove posizioni vicino al momento di tali annunci.

Uno sguardo attento (anche) alle dichiarazioni

Oltre agli annunci formali, le banche centrali possono preparare i mercati anche attraverso interventi verbali, in cui i funzionari delle banche compiono osservazioni, e che i mercati utilizzeranno per poter comprendere come verrà orientata la futura politica monetaria degli istituti.

Di norma le banche centrali utilizzano questi interventi verbali per poter neutralizzare le speculazioni alimentate dagli investitori e tra gli investitori, sul fatto che le stesse banche stanno assumendo in considerazione delle mirate azioni.

Un altro motivo di questi interventi potrebbe essere la volontà di perseguire un adeguamento deliberato (ma mai dichiarato!) del tasso di cambio della moneta nazionale, soprattutto se il cambio non è funzionale con gli obiettivi specifici perseguiti dalla banca centrale. Ad esempio, se durante uno dei suoi interventi, il governatore della banca centrale dovesse dichiarare che sarebbe “auspicabile” una valuta nazionale più debole per poter agevolare il processo di riequilibrio dell’economia, è molto probabile che dopo una simile dichiarazione la domanda per la valuta nazionale possa diminuire.

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