Exchange Decentralizzati (DEX): Cosa Sono e Come Funzionano

Cosa sono gli exchange decentralizzati, chiamati anche sinteticamente DEX? In un altro approfondimento abbiamo già tratto gli exchange per criptovalute, ma lì abbiamo parlato di exchange centralizzati, ovvero gestiti dalla piattaforma.

In questa guida vedremo cosa sono gli exchange decentralizzati, come funzionano e perché potrebbero costituire in futuro una parte importante del mondo crypto.

Cosa sono gli exchange decentralizzati (DEX)?

Un exchange decentralizzato è un luogo dove puoi effettuare uno scambio peer to peer con un altro utente senza l’intermediazione di nessuno. Non c’è un ente centrale (come una piattaforma centralizzata) che prende in custodia i tuoi fondi, ma tu hai il loro controllo totale.

Infatti quando depositi fondi su un tuo conto aperto presso un exchange centralizzato, sarà quest’ultimo ad averne la custodia, sebbene sia tu ad utilizzarli per comprare criptovalute.

Uno dei più famosi exchange decentralizzati è Uniswap, il cui token di riferimento, UNI, ha raggiunto la top 10 delle criptovalute per capitalizzazione di mercato.

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Come funzionano gli exchange decentralizzati?

Abbiamo visto che a differenza di un exchange centralizzato, i DEX (sigla che indica gli exchange decentralizzati) non hanno la custodia dei fondi che depositi. In molti casi può capitare che non avrai un vero e proprio conto, ma solo un tuo wallet da dove potrai inviare le tue crypto e riceverle.

Gli ordini sugli exchange decentralizzati avvengono tramite smart contract e sono tutti on-chain, ovvero si effettuano direttamente sulla blockchain (spesso viene usata quella di Ethereum) senza l’intermediazione di nessuna società, ente o altro ancora.

Esistono DEX che offrono ordini off-chain, ma in un certo senso hanno un grado superiore di centralizzazione. Infatti in questo caso gli ordini non vengono registrati direttamente sulla blockchain, ma vengono messi da parte in un altro luogo.

Infine ci sono i Market Maker Automatizzati (AMM), come per esempio Uniswap. Essi mettono in comunicazione più smart contract e propongono incentivi agli utenti per farli partecipare e di conseguenza portare avanti tutte le operazioni.

Exchange decentralizzati: quali sono i pro?

Gli exchange decentralizzati hanno alcuni vantaggi rispetto ai centralizzati, ma anche svantaggi. cerchiamo di analizzarli per darti una panoramica completa. Partiamo dai pro degli exchange decentralizzati.

• Nessuna custodia dei fondi: l’exchange non ha la custodia dei tuoi fondi e pertanto non può rubarli.
• Nessuna KYC: non c’è bisogno di verificare l’identità del cliente, non devi quindi compilare il form Know Your Customer. Se invece l’exchange è parzialmente centralizzato deve invece richiedere la conferma dell’identità, a norma di legge.
• Puoi scambiare tutti i token compatibili con la blockchain: puoi scambiare anche criptovalute tendenzialmente non presenti nei classici exchange, l’importante è che siano compatibili con la blockchain utilizzata.

Exchange decentralizzati: quali sono i contro?

Ci sono ovviamente dei contro, che elenchiamo di seguito:

• Poco user-friendly: un exchange decentralizzato è tendenzialmente meno facile da usare per i principianti.
• Liquidità: il volume di trading non è garantito, puoi scambiare crypto solo se esiste la controparte e non essendoci un ente centrale ciò non può essere garantito.
• Commissioni: in alcuni casi le commissioni sui DEX sono più elevate.

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Perché gli exchange decentralizzati possono ottenere visibilità?

Non siamo certi del loro successo, ma certamente la DeFi, ovvero la finanza decentralizzata, si sta ritagliando uno spazio importante all’interno del mondo crypto.

Fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 la DeFi ha ottenuto un forte successo, in particolar modo criptovalute come UNI (Uniswap) e LINK (Chainlink) hanno raggiunto vette molto elevate e ancora oggi hanno una capitalizzazione di mercato fra le più alte del mondo.

Gli exchange decentralizzati piacciono soprattutto agli esperti di criptovalute, che vogliono operare nella maniera più autonoma e anonima possibile. Dunque senza cedere la custodia dei fondi, senza confermare la propria identità (da alcuni considerata una violazione della privacy) e operare quindi senza un ente centrale, anche se dovesse avere un potere davvero limitato.

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